Un hater da museo, i Ghali boys e i conti degli Elkann: ecco il podio dei peggiori

Sui social l'odio del presidente del museo di Ostuni contro la Meloni. La galassia rossa in piazza a Napoli contro la Rai. Un'inchiesta sull'eredità degli Agnelli travolge gli Elkann. Ecco il peggio della settimana

Un hater da museo, i Ghali boys e i conti degli Elkann: ecco il podio dei peggiori
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Podio dei peggiori nella settimana di carnevale. Niente carri allegorici, niente feste danzanti e niente maschere. Ma un classico contrappasso degno di questi giorni. Ve lo ricordate Nicolas Sarkozy, al tempo presidente della Francia, sghignazzante in conferenza stampa con l’allora cancelliera tedesca Angela Merkel? Se la ridevano (a torto) dell’Italia. Ebbene, a distanza di più di vent’anni, eccolo condannato pure in appello per finanziamento illecito della campagna elettorale del 2012. Dovrà farsi sei mesi col braccialetto elettronico e difficilmente avrà ancora voglia di sghignazzare degli altri. Ma visto che non si gioisce delle avversità altrui, niente podio per lui.

Il terzo posto va al peggior leone da tastiera della settimana: Luca Dell'Atti, presidente del museo di Ostuni. Un uomo di cultura, si suppone. Ma poi eccolo condividere tra le storie del suo profilo Instagram una fotografia del premier Giorgia Meloni appesa a testa in giù. E, con questo chiaro richiamo al cadavere di Benito Mussolini esposto in piazzale Loreto a Milano, Dell’Atti si mette in coda a tantissimi hater che ogni giorno infiammano i social. Dovrebbe essere superfluo dire che chiunque dirige un museo o, più in generale, ricopre un qualsiasi incarico istituzionale, dovrebbe aver rispetto per le istituzioni e non lasciarsi andare a commenti offensivi, e invece pare proprio che al giorno d’oggi non sia così scontato. Purtroppo.

Al secondo posto, a proposito di hater, abbiamo la galassia rossa che martedì scorso ha preso d’assalto la sede della Rai a Napoli. La lista di esagitati, come al solito, è piuttosto lunga. Come se non aspettassero altro per far caciara e spaccare tutto. Collettivi, Potere al popolo, Rete per la Palestina libera, disoccupati e pure l’ex sindaco Luigi De Magistris: sono i “Ghali-boys” imbufaliti contro mamma Rai e contro l’ad Roberto Sergio colpevoli - a detta loro - di aver espresso solidarietà a Israele dopo le accuse di “genocidio” mosse dal rapper in televisione. A farne le spese di tanto odio, oltre ai cinque poliziotti feriti negli scontri a Napoli, anche la povera Mara Venier vittima nei giorni scorsi di violentissimi attacchi sui social proprio per aver letto in trasmissione un comunicato di viale Mazzini.

Al primo posto sul podio dei peggiori di questa settimana abbiamo gli Elkann, invischiati in un brutto affare che coinvolge la dinastia Agnelli. Le carte dell’inchiesta sono complicatissime. C’è dentro di tutto: un’eredità miliardaria, residenze fittizie, svariati conti in svariati paradisi fiscali, la cassaforte di famiglia e le innumerevoli scatole cinesi che le stanno dentro, domestici assunti - chissà perché? - come dipendenti della ex Fiat… sembra una soap opera. Eppure quanto uscito sui giornali nei giorni scorsi è solo una parte al vaglio della procura di Torino.

Secondo l’accusa gli Elkann avrebbero fatto finire l’eredità lasciata dall’Avvocato all’interno di un nugolo di finanziarie offshore. Gli inquirenti ipotizzano una truffa all’orario da 4 milioni di euro. E pensare che questi sono gli stessi che, tramite i loro quotidiani, poi fanno la morale alla Meloni e la accusano di svendere l’Italia.

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