L’esodo dei riformisti dem dal nuovo Pd targato Elly Schlein è appena iniziato. Complice sicuramente l’OPA grillina sul nuovo corso dem e la continua competizione con Giuseppe Conte. Complice anche la nuova politica movimentista e radicale della giovane segretaria, i riformisti si trovano, in questo preciso istante, più soli che mai. Ormai minoranza nel partito, i moderati di sinistra devono fare i conti con un nuovo organigramma che rincorre le istanze firmate 5stelle e perde, passo dopo passo, il contatto con gli elettori. L’ultimo naufrago riformista è Alessio d’Amato che ieri, con una nota dura ma veritiera, ha deciso di dimettersi dall’assemblea nazionale del Pd. Incalzato dal Messaggero, l’ex assessore della Sanità del Lazio, è netto: “I riformisti dem rischiano di sparire”.
La profezia di D'Amato
La deriva massimalista intrapresa dalla giovane segretaria comincia a dare i suoi frutti. L’ala moderata del Partito democratico si sta sfaldando sotto i nostri occhi. Ieri pomeriggio, dopo il silenzio assordante di Schlein sul delirio di Beppe Grillo, arriva l’ennesimo addio. Alessio D’Amato, ex assessore alla Sanità con Nicola Zingaretti, fa un passo indietro. Prima la critica alla segretaria: “È stato un errore politico partecipare alla manifestazione”, poi le dimissioni irrevocabili: “Ho comunicato a Stefano Bonaccini – scrive nella nota- le mie dimissioni dall’assemblea nazionale del Pd”. Il motivo è presto detto: “Brigate e passamontagna anche no. Vi voglio bene ma non mi ritrovo in questa linea politica”. Il riferimento, molto esplicito, è a Beppe Grillo e al suo discorso ideologico ed eversivo.
Incalzato dal Messaggero, D’Amato punta il dito anche contro la sua segretaria, Elly Schlein. “Ha fatto un errore politico – sentenzia l’ex assessore – Non si partecipa ad un’iniziativa politica senza conoscerne la piattaforma, chi sono gli esponenti, quali gli interventi”. Ma l’errore, ancora più grossolano, arriva dopo le dichiarazioni del comico: “In ogni caso – spiega D’Amato – la cosa più grave è che a 24 ore di distanza dalle parole di Grillo non ci sia stata una presa di distanza netta”. Ancora più sbagliato l’atteggiamento della segretaria verso gli esponenti di minoranza del partito, i cosiddetti riformisti: “Sono sorpreso – conclude D’Amato – che nessuno mi abbia chiamato. Se si imbocca una deriva autoritaria, avverto il rischio che le forze riformiste possano fare la fine dei socialisti in Francia”.
Lo stesso malcontento arriva da Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e coordinatore dei primi cittadini dem.“Elly Schlein – spiega Ricci al Corriere è caduta in una mezza trappola” quando ha portato il saluto del Pd alla manifestazione del Movimento 5stelle. Nella direzione del Pd, convocata per oggi, Ricci è pronto a incalzare la nuova segretaria:“Dovremo aprire una nuova fase costituente”.
La lunga serie di addii
Insomma, all’interno del fronte unico moderato monta il disagio. Il discorso delirante di Beppe Grillo e l’abbraccio con l’avvocato del popolo sono solo gli ultimi sintomi di un malcontento che arriva da lontano. La lista degli addii da quando Schlein guida il partito è sempre più lunga. L’esodo dei riformisti è cominciato con l’addio di Beppe Fioroni, già ministro e portavoce dell’ala cattolica, e Andrea Marcucci, esponente dem che si è avvicinato al Terzo Polo. A seguire le dimissioni da Strasburgo di Caterina Chinnici, ex europarlamentare dem ora approdata in Forza Italia. Per ultime le dimissioni di due anime riformiste del Partito democratico.
Da una parte Enrico Borghi e dall’altra Carlo Cottarelli. Entrambi ex senatori dem. Le dimissioni di Alessio D’Amato dall’assemblea nazionale del Pd, a fronte degli altri adii, assumono tutt’altra connotazione politica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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