Per un bene primario come la casa una tassazione straordinaria. Che può prosciugare fino al 90 per cento delle entrate di una famiglia. La tenaglia inesorabile dell’Imu si stringe insieme alle addizionali comunali Irpef ormai liberalizzate, entro il tetto nazionale dello 0,8%. Per gli italiani il mattone ogni giorno che passa è più croce che delizia: si avvicina inesorabile la ghigliottina del 18 giugno, scadenza della prima rata dell’«imposta municipale propria» sugli immobili, in arte Imu. Ma non è un debutto sereno quello del balzello escogitato dal governo dei Prof. Single, padri di famiglia e pensionati provano a farsi i conti in tasca e realizzano che la stangata sarà, nei fatti, molto peggio di quello che prospettavano le simulazioni.
Si capisce meglio con un caso concreto, capace di smascherare la follia del Fisco vampiro. Situazione per certi versi anche limite, ma per nulla singolare. A Torino una coppia di coniugi ultrasettantenni ha pensato di rimpinguare il reddito da pensionati con l’affitto di una seconda e di una terza abitazione di proprietà, quelle che si definiscono «entrate sicure» ai tempi della crisi. Forse fino a ieri. Perché gli anziani coniugi torinesi hanno appena scoperto di dover versare al Fisco 11mila euro sui 12mila di introiti degli affitti, tra Imu e Irpef ritoccata. Calcolatrice alla mano, appunto, il 91,6% delle entrate delle locazioni: tradotto, in un anno 11 mesi su 12 finiscono in pasto allo Stato. L’anno scorso le stesse tasse (con la vecchia Ici sulle seconde case) ammontavano a circa 5mila euro; quindi per i nostri si tratta di un aumento della tassazione pari al 120%. Vediamo perché: Torino è tra le grandi città che per il dipartimento delle Finanze (tabella pubblicata ieri dal Sole24Ore ) vanta il record poco invidiato delle più elevate aliquote Imu sull’abitazione principale (0,575%, il massimo è 0,6%), sulle seconde case in affitto (1,06%) e sulle case sfitte (1,06%). Quanto all’Irpef,sotto la Mole oggi si applica l’addizionale comunale massima consentita, lo 0,8%, mentre nel 2011 si fermava allo 0,5%, fatta salva la soglia di esenzione a 11mila euro annui. Il resto lo fa la matematica dei commercialisti.
Alberto Goffi, consigliere Udc in Regione Piemonte e avvocato specializzato in battaglie contro Equitalia e le manifestazioni dell’oppressione fiscale (è suo il libro denuncia È qui l’Italia? ), ha raccolto lo sfogo della coppia torinese. «Una storia emblematica- racconta al Giornale- che funziona da modello per tante altre famiglie che adesso, davanti al meccanismo perverso Imu+Irpef e altre imposte dirette o indirette, semplicemente si accorgono di non potercela fare». Non per niente si parla in queste ore di un partito anti Imu, trasversale alla politica. Il centrista Goffi, braccio destro di Michele Vietti in Piemonte, non ha dubbi: «Gli enti locali devono guadagnarsi ampi spazi di autonomia dal governo, ma non certo per inasprire le tasse e fare cassa a scapito delle fasce più deboli. Al di là delle appartenenze, così com’è l’Imu presenta forti dubbi di costituzionalità in riferimento all’articolo 53: non c’è proporzionalità al variare della capacità contributiva ». Le distorsioni maggiori possono esserci anche nel capitolo terreni agricoli, per cui una tettoia in campagna può venire tranquillamente tartassata come bene di molto superiore al suo valore reale.
E poi la condizione «particolare» degli anziani, che paiono in un modo o nell’altro «vittime» designate dell’Imu.In Italia l’80 per cento dei proprietari immobiliari è over 65. Sono noti i paradossi di chi ha trasferito la residenza in una casa di riposo e dovrà pagare l’Imu come seconda casa; oppure di quei genitori che hanno dato un’abitazione in comodato d’uso gratuito ai figli ma sono tenuti al pagamento in prima persona come seconda casa.
Non stupisce perciò la tendenza degli ultimi mesi: chi è avanti con gli anni e deve barcamenarsi tra pensioni minime ed esattori, sta (s)vendendo la nuda proprietà di casa ( 80mila casi nel 2012, +10% fonte Spi-Cgil). Solo a Roma il 36% di annunci, dove si è passati da una media di 2.300 vendite nel 2008 alle 8.700 del 2011. Anziani svegli. E in fuga dall’Imu.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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