Littizzetto si scatena contro Meloni: "Saresti diventata Alien..."

La comica torinese attacca la premier sul caso Almasri: "Se lo avesse liberato la sinistra avresti spalancato gli occhi giù di natura parecchio spalancati"

Luciana Littizzetto
Luciana Littizzetto
00:00 00:00

“Cara Er Meloni…”. Così Luciana Littizzetto, durante l’ultima puntata di Che tempo che fa, indirizza la sua letterina provocatoria al presidente del Consiglio Giorgia Meloni. I toni sono tutto tranne che formali e istituzionali. La comica incalza la premier e il governo sul caso Almasri, prende in giro sull’avviso di garanzia e, come se non bastasse, difende la sinistra di Romano Prodi. Il tutto, ovviamente, condito da insulti gratuiti e sferzate fuori misura.

“Sfondatrice di tetti di cristallo, Viaggiatrice indefessa su Meloplano. E amica di tutti, da Musk a Milei, da Bin Salman a Santanché (per ora)”. Littizzetto si rivolge così a Meloni nel suo consueto show condotto da Fabio Fazio. Dal salotto della Nove, l’attrice si toglie qualche sassolino dalla scarpa. In primis sull’indagine che colpito il governo in relazione al caso Almasri, il cittadino libico rimpatriato. “So che questa settimana ne hai già ricevuta una, di letterina, quindi vengo da te in pace”, prova a scherza la Littizzetto. Che poi aggiunge: “Per dirti intanto che non hai ricevuto un avviso di garanzia, ma una comunicazione d’iscrizione nel registro degli indagati, che è come la prima convocazione di una riunione di condominio: un atto dovuto”. Da qui la battuta: “Comunicato peraltro con grande garbo, da un Procuratore che infatti si chiama LO VOI? Lo voi o non lo voi? Certo che lo voi… Si fosse chiamato Te Tocca o Tarresto, capirei il disappunto”.

Quella che dovrebbe essere una critica divertente a Palazzo Chigi si trasforma agilmente in un insulto mascherato dal sorriso. “Ma tu pensavi che liberare uno come Almasri, un torturatore, massacratore e un assassino, uno contro cui il Tribunale penale dell’Aia ha spiccato un mandato di cattura internazionale per crimini contro l’Umanità potesse passare inosservato?”, attacca senza freni la Littizzetto. Poi, a stretto giro, ecco che arrivano gli insulti. Se l’opposizione avesse fatto la stessa cosa, questa la logica dell’attrice, la Meloni si sarebbe trasformata in un “razzo missile dai meloni di mille valvole”. Ma non solo: “Ti spunterebbero tre file di denti come Alien, le vene del collo gonfie come salsicce di Bra, spalancheresti gli occhi già di natura parecchio spalancati fino a farli diventare grossi come le bocce degli indovini”.

Un fuor d’opera così evidente da non rientrare nel normale e legittimo diritto di critica. A sinistra, invece, Littizzetto riserva solo parole al miele. Innanzitutto nei confronti dell’ex premier Romano Prodi, più volte incalzato dal governo Meloni.

“Melons, ma perché odi così tanto Prodi? Che ti ha fatto di male sto patatone? Non fa parte della politica attiva da molto tempo, parla sempre più al rallentatore, è un democristiano in pensione dai modi pacati a cui probabilmente non stai simpatica ma che per te che frequenti quella banda di svitati sopra le righe lui al confronto è come una tisana al pino mugo”, chiede la Littizzetto. “Io ti voglio calma, zen, sii Budda. Ti voglio serena come un vitello in un raduno di vegani”, conclude.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica