"Orfini chi?". La grillina Laura Castelli scrolla le spalle e annienta le dichiarazioni del presidente del Pd. "L'Italicum non si discute, non si può ricominciare tutto da capo. Da noi nessuna apertura", ha spiegato il giovane turco in una intervista al Messaggero. Dichiarazioni che per la Castelli "non hanno alcun valore". Una chiusura condivisa dalla stragrande maggioranza dei parlamentari del Movimento 5 Stelle che nei prossimi giorni incontreranno il premier Matteo Renzi per sottoporgli il democratellum, una proposta di riforma elettorale piuttosto fantasiosa e demagogica che, però, incassa anche il beneplacito della Lega Nord.
"Il dialogo va bene, le riforme si fanno con tutti, ma non è che possiamo metterci a ridiscutere tutto da capo". Orfini ci tiene a far presente a Beppe Grillo che l'Italicum dev'essere il punto di partenza."Le riforme si fanno con tutti ma finora una parte dell’opposizione, il M5S in particolare, si era detta indisponibile - sbotta - non è che si può ricominciare tutto da capo, per di più sulla base di un testo completamente alternativo". D'altra parte l'Italicum è già stato approvato in prima lettura. C'è, tuttavia, il rischio che dentro al Pd si formi una sponda di proporzionalisti. Così, se da una parte i 14 senatori piddì cessano l’autosospensione dal gruppo annunciata dopo la sostituzione in commissione Affari costituzionali di Corradino Mineo e Vannino Chiti, dall'altra potrebbe aprirsi un nuovo fronte di scontro durissimo. "Nessuna resa - avverte Mineo - la battaglia in difesa della Costituzione continuerà con gli alleati disponibili".
Delle beghe interne a via del Nazareno i grillini se ne infischiano. "Noi abbiamo fatto una proposta di dialogo a Matteo Renzi, aspettiamo di vedere cosa risponde lui nel merito - interviene il senatore stellato Alberto Airola - detto questo auspico che Orfini ci ripensi". Ma dove possono trovare un punto di raccordo? Italicum e democratellum non combaciano affatto. E, in una intervista al Corriere della Sera, Danilo Toninelli non fatica a dire che gli fa schifo. A sorpresa il democratellum trova l'appoggio della Lega Nord. Tranne che per "alcune fantasie" Roberto Calderoli la trova "un’ottima legge". "Alla fine è un modello spagnolo, ma con le preferenze", commenta il senatore del Carroccio che, però, esprime dubbi sull'introduzione della preferenza negativa perché rischia di raddoppiare "il potenziale di voto di scambio e di strumentalizzazioni" insito nel meccanismo.
"Non abbiamo alcun problema che si allarghi il tavolo delle riforme - commenta Renato Brunetta - questo dimostra che avevamo visto giusto nel partecipare con Renzi al 'patto del Nazareno'". Al momento, però Silvio Berlusconi resta a guardare. Secondo Gabriella Giammanco, il Cavaliere preferisce aspettare che Renzi incontri la delegazione stellata prima di tornare a parlare di Italicum. D'altra parte il faccia a faccia con il premier non è stato ancora fissato. Tuttavia, sono molti all'interno di Forza Italia a dubitare della reale affidabilità di Grillo. "Tutto è possibile in democrazia - spiega Maurizio Gasparri - ma pare che il M5S sia preso da movimentismi interni più che da volontà di incidere sulle cose". Non solo.
Riaprire il dibattito sull'impalcatura della riforma non solo andrebbe a intaccare il patto stretto con Berlusconi, ma rilancerebbe inevitabilmente l'assalto dei partitini che sostengono il governo. Tanto che tra gli alfaniani sono in molti a chiedere a gran voce la revisione delle soglie di sbarramento e la reintroduzione delle preferenze.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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