"Ius scholae onorario". La mossa dei sindaci dem in pressing sul Parlamento

Sull'onda del recente dibattito, alcune giunte di centrosinistra portano lo ius soli all'ordine del giorno e si inventano dei certificati onorari. "Pressione sociale e politica sul Parlamento"

"Ius scholae onorario". La mossa dei sindaci dem in pressing sul Parlamento
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L’intenzione dichiarata è quella di fare pressione sul governo. Di creare quindi un precedente – benché fittizio – da utilizzare poi come grimaldello per scardinare le resistenze allo ius scholae. Il centrosinistra torna alla carica sulla cittadinanza concessa agli stranieri dopo un ciclo di studi e lo fa attraverso la testa d'ariete dei suoi sindaci. Molti di essi, infatti, negli ultimi giorni hanno esternato la volontà di sollevare la questione nei Comuni e di concedere ai bambini stranieri dei certificati di cittadinanza onorari (privi quindi di rilevanza giuridica) per sollecitare il Parlamento alla modifica delle attuali norme.

La mossa ricalca quella adottata da alcune amministrazioni di area dem sulla registrazione all'anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali: anche in quel caso, molti sindaci di centrosinistra avevano fatto di testa loro, pur non essendo la materia di loro competenza. Il risultato? Ricorsi a valanga, cancellazioni coatte di quei certificati e beghe tribunalizie da emicrania. Stavolta, a fare da apripista sono state le giunte rosse di Bologna e Torino, che già lo scorso anno avevano modificato i rispettivi statuti comunali per introdurre uno ius scholae onorario. E adesso, sull’onda del più recente dibattito, nuovi sindaci Pd si sono accodati.

In Veneto, ad esempio, le maggioranze di centrosinistra dei Comuni di Padova, Vicenza e Verona hanno annunciato di voler portare in consiglio una mozione che spiani la strada alla riforma della cittadinanza per i minori. "Siamo consapevoli che la normativa sulla cittadinanza sia di competenza nazionale", si legge in una nota congiunta, nella quale viene anche espresso l’auspicio che questa iniziativa "si espanda in tutto il Paese per divenire pressione sociale e politica nei confronti di chi ci rappresenta a livello parlamentare". Più chiaro di così, non si può.

E dalla Festa dell’Unità di Crema, il sindaco di Cremona Andrea Virgilio è stato altrettanto esplicito. "È una sfida che accettiamo volentieri, mi piace pensare che i Comuni possano fare da leva su questo tema, raccogliendo sfide che sul piano nazionale tardano ad arrivare", ha affermato il primo cittadino del capoluogo di provincia al quinto posto in Italia per numero di studenti stranieri. E ancora: "Penso sia utile che questo dibattito arrivi anche nelle nostre sedi istituzionali e venga condiviso con tutti i componenti del consiglio comunale". Interpellato sull'eventualità di proporre lo ius scholae onorario nel proprio Comune, Virgilio non ha esitato a dirsi favorevole. Più prudente, ma comunque sulla stessa linea d'onda, il sindaco di Crema, Fabio Bergamaschi: "Un supporto dei Comuni a questo percorso è possibile, ma senza farne una bandiera ideologica".

Allo stesso modo, anche il sindaco Pd di Rimini, Jamil Sadegholvaad, ha detto sì alla cittadinanza concessa dopo un ciclo di studi. "È una strada giusta e saggia". Il varco ora è aperto e da sinistra non viene nascosta la speranza che queste iniziative locali trovino un consenso trasversale e quindi un conseguente riflesso in Parlamento.

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