RomaFinita da tempo la luna di miele, è tempo di letti separati per il premier Mario Monti e leurodespota Angela Merkel; e chissà che presto non si tratti di preparare le carte per il divorzio. Perché solo così si possono leggere tutti i segnali di un martedì sullorlo di una crisi di nervi, iniziato con lassedio su più fronti alla nostra economia e finito con due vertici ad alta tensione: uno interministeriale per discutere di spending review, nel quale sono stati predisposti tagli per altri 14 miliardi (4 questanno e 9 nei prossimi) e addirittura si è parlato dellipotesi di anticipare la finanziaria e quindi anche il voto. E un altro convocato urgentemente in serata da Monti, dopo un breve colloquio telefonico con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, coi suoi principali sponsor Alfano, Bersani e Casini, incontro durato circa 90 minuti, per serrare le fila e rintuzzare lattacco dellEuropa. E oggi si ricomincia: Monti sarà a Montecitorio, dove cè aria di show down. Il premier scoprirà le sue carte e chiederà ai suoi alleati di fare altrettanto. Da parte loro le diplomazie di Pd, Pdl e Terzo Polo hanno lavorato tutto ieri a una possibile mozione unitaria per dare un mandato forte al premier in vista del prossimo vertice europeo di fine giugno. Lultima occasione, forse, per convincere lEuropa e il mondo dellaffidabilità del nostro Paese.
Il martedì nero era partito male, con un caffè alla viennese a rendere subito nervoso Monti. La sera prima, in tv, unaltra donna, il ministro delle Finanze austriaco Maria Fekter, aveva sostenuto che, dopo la Spagna, potrebbe presto essere il turno dellItalia ad aver bisogno di aiuto da Bruxelles. Il premier italiano risponde sbuffando e facendone una questione di galateo istituzionale: «Considero - sibila affilato - del tutto inappropriato che un ministro di uno stato membro della Ue commenti la situazione di una altro stato membro». Poi, una risposta anche nel merito, alla radio tedesca Ard: «LItalia anche in futuro non avrà bisogno di aiuti dal fondo europeo salva-stati», garantisce Monti. Che poi a sua volta si toglie elegantemente un eurosassolino dalla scarpa: «LUe sta dimostrando, non sempre con la velocità che ci saremmo aspettati buone capacità di attrezzarsi per gestire la crisi, ma occorre che rafforzi la sua governance e limpegno politico per la crescita non a scapito della disciplina di bilancio pubblico».
Nemmeno il tempo di tirare il fiato ed ecco un altro schiaffo: la Merkel, parlando a un convegno del suo partito, la Cdu, dà una pacca affettuosa ai «Pigs» (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna) per gli sforzi intrapresi per il risanamento delleconomia e dimentica lItalia. Forse perché la sua situazione è meno grave degli altri quattro alleati, ma più probabilmente perché Berlino vuole così far capire ai naviganti di non trovare sufficientemente svelto il passo del governo italiano sulla strada delle riforme. E come, in verità, dar torto ai teutonici. A fugare ogni dubbio, ecco poi la dura requisitoria di Der Spiegel in un articolo inesorabilmente intitolato «lItalia va verso il basso». «Anche gli italiani - considera il settimanale tedesco - non vedono più il loro governo con lentusiasmo dei primi giorni. Il fulgore di Mario Monti e del suo governo di esperti lentamente sbiadisce. Molti italiani lamentano che Monti & Co. hanno parlato molto di risparmi, ma hanno soprattutto aumentato le tasse e i tributi, mentre le promesse riforme della sclerotizzata economia italiana sono rimaste nella fase iniziale». E «sono soprattutto i tedeschi ad essere additati con crescente intensità come colpevoli, in particolare la loro cancelliera dal cuore spietato, Angela Merkel».
La tensione sullasse Roma-Berlino-Bruxelles è altissima. Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera si esibisce in un virulento sfogo euroscettico: «Cè da indignarsi - si adira - per comportamento dellEuropa, che ha sempre reagito alla crisi poco prima del dramma, aspettando sempre lultimo momento. È accaduto così con il fiscal compact e con le banche spagnole». E ieri il primo quotidiano economico italiano, Il Sole24Ore, ha rinunciato alla tradizionale prudenza per sparare ad alzo zero contro la Merkel, dedicandole un titolo in tedesco («Schnell, Frau Merkel». Ovvero: presto, signora Merkel) e linvito del direttore Roberto Napoletano a fare con urgenza tre cose: garanzia unica per i depositi bancari europei; accesso diretto al fondo salva-Stati per gli istituti di credito; e unificazione dei debiti pubblici europei con differenziazioni per i soli interessi.
Certo, cè anche qualche telegramma rassicurante per Palazzo Chigi. Uno lo spedisce lagenzia di rating Fitch, secondo cui «è improbabile che lItalia abbia bisogno di un piano di salvataggio.
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