Archiviato. Prima sbattuto all'una di notte, poi preceduto dall'invito al popolo degli abbonati di scegliere, contare fino a tre e spegnere il televisore oppure beccarsi l'ospite, verbo garbato utilizzato dal mega direttore galattico artistico, grand'ufficiale dello share, Amadeus, per gli amici Ama. Angelo Duro, da Palermo, è stato l'ignoto notturno, sfuggito ai più, aggiungo, fortunatamente per lui. Leggendo alcune critiche su fogli illustri, sembra che questo attore siciliano abbia rappresentato il peggio della scurrilità, dell'irriverenza. Avrebbe usato un linguaggio pesante che è poi lo stesso che teniamo sotto vuoto spinto pronto a esplodere al primo rigore negato, al testo mangiato dal computer. Ma certe parole in tivvù, per favore, mai, non siamo mica al vaffa day, non è Grillo, non è Crozza. Ma no, Duro è il politicamente scorretto, i testi delle canzoni sono invece riletture pascoliane, i comportamenti degli artisti si ispirano a Galeazzo Florimonte. Angelo Duro è stato il migliore, con cinque giri di vantaggio su tutti, per genialità e significato della narrazione.
Il suo intervento era fuori contesto? Ma quale è il contesto del Festival? Forse Benigni neoteologo nella riedizione del Cantico dei Cantici? O l'autobattesimo di Achille Lauro sul palco dell'Ariston? Dimenticavo, Benigni è Benigni, Achille Lauro è Achille Lauro, mentre Duro non è nemmeno giusto che si chiami Angelo, dovrebbe nomarsi Bestia, uno che osa denudarsi per mostrarsi detatuato, senza orpelli, non c'entra con artisti che sembrano ambulanti di ferramenta o invitano alla bamba libera e accusano la Oxa di essere maleducata, gli stessi sghignazzanti sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Duro, il solo coerente, sulla strada stretta ma retta. «Può darsi che la sua carriera inizi stasera e la mia finisca» ha spiegato Amadeus al termine dell'esibizione dell'attore. Purtroppo non sarà così.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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