L'antipolitica che non rispetta la memoria

Il voler cancellare l'iscrizione di Silvio Berlusconi al Famedio di Milano è il segno di una persecuzione ad eternum, incapace anche di fermarsi innanzi al giudizio della Storia

L'antipolitica che non rispetta la memoria
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Caro Direttore, siamo passati nel corso dell'ultimo quarto di secolo dal «popolo dei fax», ai «girotondi», al «popolo viola», alle «sardine» e chi più ne ha e più ne metta.

Siamo arrivati negli ultimi anni, in un'opera a metà strada tra la farsa e la tragedia, al «popolo delle petizioni contro», l'ultima delle quali vorrebbe cancellare l'iscrizione di Silvio Berlusconi al Famedio di Milano. Se i primi spianarono nel biennio '92-'94 la strada all'uso politico della giustizia, diedero la stura alla barbarie e all'antipolitica mestando nell'odio e nella menzogna, l'ultima trovata è davvero inquietante.

Non è solo il segno di una persecuzione ad eternum, incapace anche di fermarsi innanzi al giudizio della Storia, ma appalesa una indomita volontà di alimentare un clima infame, impedendo ogni possibile iniziativa di riconciliazione nazionale e consegnando la vita politica e civile del Paese ad una rissa perenne. Nulla di cui stupirsi, per carità. Ma il rispetto della memoria vale solo per alcuni?

Stefania Craxi

Ps. Aderisco ovviamente all'iniziativa de il Giornale

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