L'autogol di Mancini, il sovranista Bonaccini, le firme della Schlein: ecco il podio dei peggiori

Mancini lascia la Nazionale e sogna l'Arabia Saudita. Bonaccini scopre che gli sbarchi sono un problema. La Schlein s'inventa l'ennesima inutile raccolta firme. Ecco i peggiori della settimana

L'autogol di Mancini, il sovranista Bonaccini, le firme della Schlein: ecco il podio dei peggiori
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Settimana di Ferragosto. La politica va in ferie, le polemiche (inutili) no. E, mentre gli italiani combattono contro rincari e inflazione, l'opposizione se ne inventa una al giorno pur di guadagnare uno titolo sui quotidiani. Prendete Maurizio Landini, boss della Cgil alle prese con l'organizzazione di una manifestazione autunnale contro il governo e soprattutto contro una legge di Bilancio che ancora non è stata scritta. Aldilà dell'assurdità di una protesta preventiva, se ne è uscito col più classico dei populismi estivi attaccando il governo "chiuso nei resort". "Ascoltasse le persone che non possono andare in vacanza", la sparata. E dietro di lui tutta la sinistra a cavalcare il taglio delle accise sulla benzina. Che, quando si trovavano al governo, se ne teneva alla larga anche solo dal nominarlo.

Forse preso dall'ansia per il caro vita, anche Roberto Mancini ha deciso di cambiare lavoro e guardarsi in giro per un nuovo lavoro. A inizio settimana, come un fulmine a ciel sereno, sono piovute le sue dimissioni. Lascia la Nazionale così, da un giorno con l'altro. "Motivi personali", dice. Epperò, la tempistica è un po' sospetta. Non se ne era andato dopo la mancata qualificazione ai Mondiali di Calcio in Qatar (la seconda consecutiva dopo l'imbarazzante flop di Gian Piero Ventura), ma se ne va adesso, con una pec che solleva non pochi interrogativi e, soprattutto, aver accettato il coordinamento dei ragazzi dell'Under 20 e dell'Under 21. Voci di corridoio, poi, sussurrano che ci sia un certo interesse per andare ad allenare la nazionale dell’Arabia Saudita. Davvero una brutta uscita di scena che gli vale il terzo posto sul podio dei peggiori di questa settimana.

Al secondo posto troviamo, invece, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Prima ingaggia un’assurda polemica sui fondi per gli alluvionati (clamorosamenete smentita, numeri alla mano, dal premier Giorgia Meloni), poi si lamenta perché arrivano troppi immigrati. "Nelle città è ormai emergenza arrivi", andava in giro a urlare nei giorni scorsi. "Peccato che non ne parlino i telegiornali". Assurdo, no? Non più di una settimana fa invocavano "una missione comune di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo che abbia mandato operativo di salvare le vite", e oggi si lamentano che ne arrivano troppi. E sono gli stessi che, quando erano al governo, andavano in giro a predicare accoglienza. Quelli che "gli immigrati pagano le pensioni degli italiani" e "gli immigrati fanno i lavori che gli italiani non vogliono fare". Ricordate le risorse di boldriniana memoria? E le frontiere da abbattere? Ora che non sono al governo e devono cavalcare la polemica scoprono che sono un problema... ma guarda un po'!

Peggio di Bonaccini, questa settimana, c'è solo la sua capa: Elly Schlein. Per lei primo posto sul podio di ferragosto. Partita a giugno annunciando l'estate militante, in giro non l'hanno granché vista a militare. E così, mentre Caronte infiamma l'Italia, si è inventa la petizione online per dettare la linea al governo sul salario minimo. "Abbiamo raccolto 200mila sottoscrizioni!". Per i dem un vero successo (nonostante la piattaforma sia andata in tilt subito dopo il lancio). La realtà, però, è un'altra. Basta scorrere i nomi dei firmatari per capire che, tra personaggi farlocchi e firme quadruplicate, l'iniziativa è un grandissimo buco nell'acqua. Ma, fossero state tutte vere, non avrebbere avuto alcun valore. Non si fa politica a suon di petizioni, non si sostituisce il voto degli italiani a suon di quesiti online.

Se la sinistra vuole governare, deve passare dalle elezioni. E, ovviamente, vincere. Poi, se proprio vogliamo dirla tutta, quando sedevano comodamente tra i banchi del governo, non hanno mai smaniato per il salario minimo. Anzi, li ricordiamo tutti piuttosto contrari...

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