Lepore vuole ricostruire il Pdl: "Il Partito Democratico e del Lavoro"

Prima con una lettera al quotidiano La Repupplica e poi con un intervento pubblicato sui social il sindaco di Bologna propone di cambiare il nome al Pd: "Chiamiamolo Partito Democratico e del Lavoro"

Lepore vuole ricostruire il Pdl: "Il Partito Democratico e del Lavoro"

Man mano che ci si avvicina al congresso del Pd, i giochi si fanno più chiari. Al momento, solo due candidati – Stefano Bonaccini e Elly Schlein – paiono avere buone chances di vittoria. All’interno di questo duello per conquistare la futura leadership del partito sembra venir meno un particolare: le idee.

"Partito democratico e del Lavoro"

Ad aiutare un partito in crisi di identità ci ha pensato il sindaco di Bologna, Matteo Lepore. Prima con una lettera al quotidiano La Repubblica e poi con un intervento pubblicato sui social ha avanzato una proposta dalle conseguenze “rivoluzionarie”: cambiare il nome del Partito Democratico. O meglio, aggiungere la parola “Lavoro” al Pd che diventerebbe così il “Partito democratico e del Lavoro”. Scrive il sindaco sulle colonne bolognesi di Repubblica: “Propongo che il partito al quale sono iscritto cambi nome in Partito democratico e del Lavoro. Avanzo questa idea come contributo alla discussione costituente e congressuale”. La proposta di inserire la parola “lavoro” nel nome e nel simbolo del partito sembra voler inseguire il modello inglese del Labour Party, un partito vicino alle sensibilità dei dem ma estraneo alle politiche della sinistra nostrana. “Affiancare al concetto di democrazia quello del lavoro significherebbe meglio determinare cosa gli elettori e le elettrici debbano aspettarsi dalla nostra comunità politica”.

Il Pd, dal punto di vista di Lepore, deve recuperare il rapporto prezioso tra partito ed elettore, tornando ad instaurare un rapporto privilegiato con le classi lavoratrici. Altrimenti è destinato a soccombere. “Oggi io propongo un’idea – sottolinea il sindaco – sperando possa fare discutere dentro e fuori dal partito. Aggiungiamo la parola lavoro per affermare chi siamo e dove vogliamo andare”. La proposta “laburista” del sindaco di Bologna ha ricevuto il bene placito soprattutto dalla sinstra dem: ad accogliere con piacere l’idea di Lepore ci sono Nicola Zingaretti, Matteo Ricci e Francesco Boccia. “Bella la suggestione di Matteo Lepore! Un segnale, un contributo chiaro sulle cose da fare”, affida a twitter il suo commento l’ormai ex presidente della regione Lazio. A stretto giro arriva il post del sindaco di Pesaro: “Avanti le idee, abbiamo sindaci che vogliono dare il loro contributo, ascoltiamoli”. Anche Francesco Boccia sembra apprezzare la proposta e ribadisce: “Noi siamo dei laburisti, siamo coloro che devono garantire l’eguaglianza nella società con il lavoro”.

L’obiettivo del primo cittadino di Bologna è smuovere il dibattito interno al partito, altrimenti scarno e privo di nuovi contenuti. Gli elettori del Pd, come rilevato dagli ultimi sondaggi, sono sempre più sfiduciati e la situazione non sembra destinata a cambiare, almeno fino all’elezione di un nuovo segretario.

Il nuovo Pdl di sinistra

Si nota tuttavia, con una punta di maliziosità, che se la proposta di Lepore ricevesse l’ok del partito la sigla del Pd diventerebbe "Pdl": il Popolo delle Libertà, storico partito di centrodestra, nato dall’alleanza tra Forza Italia Alleanza Nazionale. Un partito che si rifaceva ai valori del liberalismo e del conservatorismo. Un partito insomma, opposto ai valori del Partito democratico e della sinistra. La sigla dell’ex Popolo delle Libertà, solo per dirne una, aveva nel simbolo anche “Berlusconi presidente”. Chissà se anche questa proposta sarà accolta con favore al Nazareno.

“La

Mutazione” tra temi di sinistra e di destra, descritta perfettamente nell’ultimo libro dal sociologo Luca Ricolfi, è sempre più evidente. Se le idee sono queste, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni può dormire sonni tranquilli.

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