Apriamo il podio dei peggiori con Lilli Gruber che questa settimana è medaglia di bronzo. Finalmente la conduttrice di Otto e mezzo ha detto, senza se e senza ma, che l’Italia non può continuare ad accogliere immigrati. Ecco le sue parole: "È evidente che le porte aperte a tutti non ce le possiamo più permettere". Bene, brava bis. Lilli Gruber una di noi! A farla uscire dal guscio dorato della redazione chic di La7 è stato un furtarello. Le hanno portato via borsetta e cellulare. Succede a molti, per carità, ma quando succede a qualche vip apriti cielo. E così, dopo anni di attacchi a Matteo Salvini prima e a Giorgia Meloni poi che (guarda un po'!) si sono messi in testa di fermare gli sbarchi, si scopre che pure Lilli vuole battersi contro l'invasione. Ben venga! Meglio tardi che mai! Peccato solo che poi si sia risentita quando qualcuno l'ha accusata di essere incoerente. Ma non si preoccupi: nessuno la prenderà mai per una pericolosa patriota iscritta alla Lega. Piuttosto, mentre si gusta il Bacio che le ha regalato Salvini, le riveliamo un'altra triste realtà: in città come Roma e Milano, dove da anni la sicurezza non viene percepita come una priorità, i crimini dilagano nella totale indifferenza delle amministrazioni (di sinistra).
Al secondo posto il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che in preda ad allucinazioni vede sfilare camicie nere per la sua città mentre gli sfuggono i violenti rossi che menano i poliziotti. Facciamo un po' di ordine: le camicie nere a cui fa riferimento il sindaco, in realtà, sono i simpatizzanti di CasaPound che, piacciano o meno, erano stati autorizzati dalla Questura a manifestare. Eppure Elly Schlein, Nicola Fratoianni e la solita Anpi hanno organizzato un presidio per metterci in guardia sul pericolo fascismo. "Bologna – dicono – non merita le manifestazioni della destra estrema". Nulla di più scontato. Dagli slogan alla violenza, poi, il passo è stato breve. Anarchici, antagonisti e collettivi hanno caricato la polizia. Risultato: diversi agenti feriti e pure un passante malmenato. Ovviamente, scontato pure questo, le democraticissime voci della sinistra non solo non hanno solidarizzato con la polizia ma hanno addirittura provato a coprire i violenti. Le teorie complottiste di Lepore sulla gestione della manifestazione, tra l’altro smentite sia dalla Prefettura sia dalla Questura, sono un altro triste siparietto di una sinistra senza più argomenti e sempre più zerbino delle frange extraparlamentari violente.
Al primo posto del podio dei peggiori abbiamo gli esuli di X, quelli che in odio a Elon Musk si cancellano dal suo social network. È la nuova ossessione. O meglio: la nuova moda. I radical chic parlano di "dissenso civile", di "libertà personali compresse", di "pericolo per la democrazia". Insomma, le solite castronerie usate da chi non ha altro modo per mettersi in mostra. Basta scorrere i nomi di chi si è cancellato dalla piattaforma per capire il livello della protesta. Abbiamo pesi massimi del calibro di Elio e le Storie Tese, Piero Pelù, Francesco Guccini. E poi Sandro Ruotolo che ha annunciato urbi et orbi: "Le ultime prese di posizione contro i magistrati italiani, il rapporto stretto con la Meloni e il suo ruolo politico nell’amministrazione Trump, mi impediscono di continuare ad essere presente su X". Sicuramente Elon Musk non ci perderà il sonno la notte e noi ce ne faremo una ragione a non poter più leggere i loro haiku. Che poi, detto tra noi, mister Tesla avrà pur sbagliato a mettersi in mezzo agli affari interni dello Stato italiano: la sgangherata giustizia che si fa nei tribunali italiani, con i suoi magistrati politicizzati e anti governativi è, purtroppo, affar nostro. Ma ha centrato il problema: quanto stanno facendo certi giudici per bloccare la lotta del governo all’immigrazione clandestina è indegno di uno Stato di diritto. Non solo.
Quegli stessi, che oggi lasciano X per le ingerenze di Musk, non li vediamo mai indignarsi quando vip alla Richard Gere fanno la ramanzina agli italiani se non accolgono tutti i clandestini che sbarcano sulle nostre coste.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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