Se ci affrancassimo dalla più grande menzogna mediatica del terzo millennio, la cosiddetta «Primavera araba», scopriremmo che le imponenti manifestazioni e il loro strascico di violenze esplose in Egitto hanno più a che fare con l'esasperazione di una popolazione che al 40% vive sotto la soglia di povertà e con la rabbia dei giovani - che rappresentano il 70% degli 83 milioni di abitanti - senza lavoro e senza futuro, che non con il mito della democrazia in crisi persino in Occidente. E se la smettessimo seriamente di rincorrere i nostri teoremi ideologici che ci portano a parlare di «Seconda Primavera araba», capiremmo che l'insurrezione popolare contro il presidente Morsi, esponente dei Fratelli Musulmani, si deve principalmente alla sua incapacità di garantire alla maggioranza degli egiziani i beni di prima necessità, il lavoro, la benzina ed una vita dignitosa, non all'aver deluso sul piano delle aspettative democratiche.
Chiarito ciò, è anche vero che la priorità dei Fratelli Musulmani non è il benessere degli egiziani; all'opposto hanno tutto l'interesse a mantenere il popolo in una situazione di indigenza per poterlo condizionare, ricattare e sottomettere, per conseguire più agevolmente il traguardo contemplato nell'articolo 1 del loro Statuto: uno Stato islamico basato sulla sharia, la legge coranica. Storicamente gli islamici quando conquistano il potere non lo cedono mai pacificamente. Usano la democrazia ma perseguono la sharia. Si considerano il Partito di Dio e condannano tutti coloro che non si sottomettono al loro arbitrio quali «nemici di Allah».
I Fratelli Musulmani hanno adottato la «taqiya», la dissimulazione, per ingannare e non mantenere l'impegno a contenere il numero dei loro deputati in Parlamento e invece detengono i due terzi dei seggi, a non presentare un loro candidato alla presidenza della Repubblica per condividere il potere con i militari e invece hanno presentato Morsi che ha vinto con il 51% dividendo il Paese.
È doveroso ricordare che siamo stati noi occidentali, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna in primis sin dal 2005 con Bush padre e Tony Blair, a volere l'avvento al potere dei Fratelli Musulmani in Egitto e di Hamas nei Territori palestinesi, immaginando di poter avere in cambio la loro alleanza per sconfiggere Al Qaida. La farsa mediatica della «Primavera araba» nel 2011 è stata il secondo atto di un patto scellerato favorito dal deciso filo-islamismo di Barack Hussein Obama, dalle indubbie radici e parenti musulmani. E a conferma che la Storia non insegna nulla a questo Occidente votato al suicidio della propria civiltà, stiamo perpetuando in Siria (e a cascata in Libano) l'errore di schierarci dalla parte degli islamici, tra cui figurano i terroristi di Al Qaida. Neppure la presenza di circa un migliaio di terroristi islamici con cittadinanza europea tra le file del gruppo Jabhat Al Nusra (Fronte della vittoria), che nelle scorse ore ha immortalato in un atroce video la decapitazione di tre «nemici dell'islam» con l'esibizione delle teste mozzate al grido di «Allah è grande», ci fa cambiare idea. La scelta suicida dell'Occidente prevale sul grido di disperazione e di aiuto dei cristiani e delle minoranze musulmane non sunnite.
Ebbene da circa 7 millenni l'Egitto è governato da un autocrate per una ragione evidentissima: tutta la popolazione dipende da un'unica fonte di acqua, il Nilo, così come dagli anni Sessanta dipende dall'energia ricavata dall'unica diga eretta ad Assuan. Dobbiamo fare una scelta semplice: affidarci al male minore. Ovvero i militari, un regime autocratico, laico e illuminato, che sia capace di ripristinare l'ordine e la sicurezza, rilanciare lo sviluppo, impegnandosi a rispettare i diritti elementari alla vita e alla dignità della persona.
Se il mondo intero ha accettato e legittimato il regime capital-comunista cinese, che vanta il record assoluto di condanne a morte, perché abbiamo voluto abbattere lo scià Reza Pahlevi, Saddam, Ben Ali, Gheddafi, Mubarak e ora Assad? Perché abbiamo voluto a tutti i costi al potere i Fratelli Musulmani, i Salafiti e Al Qaida al potere? È ora di ravvederci!twitter@magdicristiano
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.