È senza alcun dubbio una bella iniziativa quella di ricordare Silvio Berlusconi, a un anno dalla scomparsa, con un francobollo. È il giusto riconoscimento a un uomo che nel corso della sua vita è stato grande in tutto quello che ha realizzato. Non solo come imprenditore: ha anche dato molto impegnandosi in prima persona in politica. E potevano forse mancare gli anti Cav di professione? Nemmeno da morto lo lasciano in pace e continuano ad accanirsi con lo stesso livore di sempre. Il peggiore questa settimana lo troviamo al terzo posto del podio: Corrado Augias. A suo dire dedicargli un francobollo significa dare il "cattivo esempio" perché, sempre a suo dire, è stato "un uomo di Stato deplorevole". E vi risparmiamo la parte restante del suo pensiero: una vagonata di fango che trasuda tanto di quell'odio da risultare quantomeno penoso. Un consiglio (non richiesto) agli anti Cav orfani del Cav: mettetevi l'anima in pace, fatevene una ragione e deponete le armi una volta per tutte.
Al secondo posto del podio dei peggiori abbiamo i piddini (tanti) amici dei violenti che alla Sapienza, dinnanzi al no del senato accademico al boicottaggio del partenariato con Israele, hanno dato di matto. Una domanda (lecitissima) andrebbe girata alla segretaria Elly Schlein: come si fa a stare dalla parte di questi teppisti? Vada a sentire cosa ha detto gente come Arturo Scotto ("Non mi piace questo clima da manganello. Chiedono la pace in Medio Oriente e bisogna saperci parlare") o Matteo Ricci ("C’è un clima che non mi piace"). Anche i grillini, che urlano alla repressione, o il professore Luciano Canfora, secondo cui "il manganello dovrebbe essere lontanissimo dalle manifestazioni", non sono certo da meno. Ma cosa vogliamo farci? Per loro i violenti sono sempre compagni che sbagliano e la colpa è sempre dei poliziotti.
Il primo posto del podio, questa settimana, se lo aggiudica l'imam di Savona, Zahoor Ahmad Zargar, che ha sentito l'esigenza di dire la sua sulle immagini che tanto ci avevano fatto indignare la scorsa settimana, quelle dei musulmani in preghiera a Centocelle per la fine del Ramadan con le loro donne confinate in un recinto. Ebbene il suddetto imam è andato a Dritto e rovescio, il talk show di Paolo Del Debbio, a giustificare la segregazione delle donne spiegando addirittura che viene fatto per il loro bene. "Altrimenti gli uomini guardano loro il sedere...", è stata la scusante addotta dall'imam rivelando così una delle tante sacche di patriarcato che ancora oggi si annidano nella nostra società.
Sacche che, ahinoi, non vengono combattute dalle femministe nostrane che sono troppo impegnate a combattere i maschi bianchi etero per occuparsi delle condizioni in cui versano le donne all’interno delle comunità islamiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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