Alle "primarie-sondaggio" della Lega per indicare il candidato alla Regione Lombardia il segretario del Carroccio, Roberto Maroni, ha votato stamani nella sua Varese. Ha scelto Matteo Salvini, dicendo che il segretario lombardo della Lega, "un giovane con grandi capacità e passione, potrebbe essere un ottimo governatore". Quanto alla polemica con Formigoni sulla data delle elezioni anticipate (il governatore vorrebbe che si votasse il prima possibile, la Lega preferisce prendere tempo, magari accorpando le elezioni regionali con le politiche) il leader della Lega sembra voler seppellire l'ascia da guerra: "Questa polemica non mi appassiona, lo deciderà il prefetto quando si andrà al voto. Noi siamo pronti qualunque sia la data".
Dopo aver firmato i referendum del Carroccio al gazebo di Varese, Maroni ha comunque ribadito la sua convinzione che sia utile "non buttare nel cesso" 50 milioni di euro che si risparmierebbero con un election day nel 2013. I militanti del Carroccio sono più che sicuri che, alla fine, a vincere il sondaggio per il candidato della Lega per la guida della Lombardia sarà lui, Maroni. E il diretto interessato cosa dice? "La mia regola - precisa - è un culo, una sedia". Che al netto delle battute da osteria vuol dire una cosa semplice: Maroni non vorrebbe accumulare due cariche, o governatore (se vincesse le elezioni) o segretario del partito.
Sulla futura alleanza in vista delle elezioni Maroni dice che "non c’è alcuna trattativa in corso, però noi siamo disponibili a continuare l’esperienza con il Pdl in Lombardia". Poi però avverte: "Se dall’altra parte ci sarà una reazione isterica, ne prenderemo atto". E questo perché, ha spiegato, "non c’è in noi ansia di continuare a tutti i costi come alleati".
Intanto, in attesa di conoscere la nuova giunta regionale che potrebbe essere già presentata domani da Formigoni, Maroni si augura che i nuovi esponenti "siano persone dal punto di vista della moralità ineccepibili". Una giunta "di alto profilo" perché questa è "la prima condizione per la trasparenza".
A Milano si registra un battibecco tra Mario Monti e due militanti leghisti. L'episodio è avvenuto in piazza Wagner, prima dell’ora di pranzo, dove i "lumbard" avevano allestito un gazebo a pochi metri dalla chiesa dove il presidente del Consiglio si reca abitualmente. I leghisti stavano distribuendo volantini ai fedeli al termine della funzione religiosa. Quando il premier è uscito, circondato dalla scorta, hanno provato per tre volte a consegnare un volantino anche a lui. Un uomo della sicurezza ha fatto scudo a Monti.
Il premier avrebbe detto "lasciatemi in pace", ha raccontato uno dei due militanti del Carroccio. "Gli abbiamo risposto va bene, la lasciamo in pace, ma lei lasci in pace noi, e la finisca di portarci via i soldi con le tasse".
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