"Ci penseranno gli avvocati". Conte prepara la guerra (via Pec) a Grillo

La battaglia delle carte bollate. Il leader del M5S passa di nuovo all'attacco contro il garante: "Basta con questa pantomima. Se ha altro da dire o da scrivere parlasse con gli avvocati". Aria da resa dei conti

"Ci penseranno gli avvocati". Conte prepara la guerra (via Pec) a Grillo
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L'entità politica nata sul "Vaffa" e con il pallino della "base" del popolo ora si fronteggia con lo spettro di una scissione a suon di tecnicismi. È la guerra delle carte bollate nel Movimento 5 Stelle, che sta vivendo l'ennesima fase turbolenta nonostante la missione della Costituente fosse quella di compattarsi per trovare un nuovo slancio. Eppure tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo tira aria da resa dei conti, ben oltre quei botta e risposta a distanza che infuocarono l'estate del 2021. La rottura venne scongiurata dopo una lunga mediazione, ma ora l'ex presidente del Consiglio tira in ballo gli avvocati. Così una nuova pace tra i due si allontana, mentre prende campo una battaglia via Pec.

Conte sfida (ancora) Grillo

La pazienza del leader 5S è finita ormai da un po': gli attacchi del comico genovese vengono visti come un bastone tra le ruote, come un'azione di disturbo per ostacolare l'Assemblea. "A lui ci penseranno gli avvocati, io mi occupo di politica", è stato l'avvertimento lanciato da Conte in un colloquio con Il Foglio. Le vie legali non sembrano spaventarlo. D'altronde la sensazione è che una "guerra epistolare" sia ormai inevitabile, anche per vedere chi riuscirà a spuntarla sulla questione del simbolo.

Comunque il fu avvocato del popolo ha invitato Grillo a finirla con la spettacolarizzazione di una discussione animata che sta restituendo (per l'ennesima volta) l'immagina di un Movimento 5 Stelle dilaniato non solo tra le mini-correnti interne, ma anche - e soprattutto - tra i due principali esponenti: "Finiamola qua con questa pantomima". Da qui la nuova uscita al veleno: "Se ha altro da dire o da scrivere parlasse con gli avvocati. Cosa ha in testa Beppe? Sinceramente non lo so, ed è difficile stare nella sua testa, in questa fase, per quanto io lo conosca e anche bene". E non ha fatto mancare una bordata anche verso i fedelissimi che affiancano il garante: chi lo consiglia lo fa "male distribuendo polpette avvelenate alla stampa, è un segno di debolezza".

La bordata sulla scissione

Conte ha alternato rabbia e malizia. Ad esempio evocando la deriva politica di Luigi Di Maio dopo la fuga dal M5S per dare vita al progetto (del tutto fallimentare) di Impegno civico. "Ve lo ricordate?", si è chiesto sornione il presidente dei 5 Stelle. Un interrogativo al sapore di monito: chi imbocca la strada della rottura rischia di schiantarsi contro il palo. Dunque non conviene sfilarsi. Una domanda che, in maniera implicita, è stata avanzata per sferzare Grillo.

Con il passare delle ore si irrobustiscono i sospetti di una sponda tra il comico e Virginia Raggi. L'ex sindaco di Roma non vede affatto di buon occhio l'impellente necessità di ammucchiarsi nel campo largo: è ancorata ai principi storici del M5S, intransigente, radicale. Insomma, fa parte della vecchia guardia che storce il naso di fronte alla nuova direzione.

E Conte ha fatto ricorso alla retorica anche sul presunto asse Grillo-Raggi: "Quanto seguito ha Virginia?". Il garante ironizza dando un consiglio per il prossimo simbolo: Movimento 5 Pec. Conte si diverte a lanciare frecciatine e tira in ballo gli avvocati. Il romanzo epistolare è solo alle prime battute.

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