L'ultimatum di Sallusti: "O le scuse o la galera"

Il direttore si è sentito offeso dalla destra: "Quando si è trattato di difendere me si sono messi il passamontagna e mi hanno votato contro"

Il direttore del Giornale Alessandro Sallusti
Il direttore del Giornale Alessandro Sallusti

"Vorrei che finisse o con delle scuse o con la galera, qualsiasi via di mezzo non mi basta e non mi accontento". In una intervista a Simona Ventura a Cielo che gol, il direttore del Giornale Alessandro Sallusti ha spiegato che, più che tradito, si è sentito offeso dalla destra: "In questi anni di guerra civile mediatica tante volte ho messo la mia faccia e il mio nome per difendere queste persone, ho messo fuori la mia faccia per difenderli anche da situazione boderline e quando si è trattato di difendere me si sono messi il passamontagna e mi hanno votato contro".

Lunedì prossimo, tra 8 giorni, sarà revocata la sospensione dell'arresto dal momento che scadono i 30 giorni. Condannato in via definitiva a un anno e due mesi di carcere, per diffamazione a mezzo stampa, in riferimento a un corsivo pubblicato nel febbraio del 2007 su Libero di cui allora era direttore, Sallusti ha già fatto sapere che rinuncia a pene alternative. "Farsi rieducare è da regime di Pol Pot", ha spiegato il direttore che rinuncia anche agli arresti domiciliari perché convinto che "chi ha deciso deve metterci la faccia". "So che la Procura di Milano non vuole arrestarmi - ha spiegato il direttore del Giornale - ma io non chiederò neppure la grazia al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che in questi giorni non ha speso una parola per difendere la libertà di espressione".

Durante il programma di Sky, Sallusti non ha nascosto la sua amarezza per come si è sentito trattato sia da "certi signori" della destra che da tanti suoi colleghi. Il voto segreto sul ddl diffamazioni è stata una delle due umiliazioni che ha vissuto. "Credo che la minore sia la galera - ha spiegato il direttore - perché quando dei senatori si mettono il passamontagna per esprimere la loro opinione si mettono sullo stesso piano dei ragazzi che indossano i caschi e usano la violenza nelle manifestazioni". Secondo il direttore del Giornale, si voleva rimediare ad un errore giudiziario è invece il tutto si è trasformato in vendetta della casta che attribuisce ai giornalisti tutte le malefatte del potere. "Noi siamo il termometro, non il virus - ha aggiunto Sallusti - invece sembra che la colpa sia la nostra se sono finiti derisi dai cittadini".

Per quanto riguarda la solidarietà dei colleghi, la Ventura ha elencato una serie di nomi sui quali Sallusti ha espresso il suo parere. "Mentana, no, non mi ha difeso, io lo stimo, ma credo non abbia accettato che uno come me sia diventato il simbolo della libertà di stampa - ha detto - Ezio Mauro è stato il più coerente di tutti, grande onestà intellettuale, l’unico che si è esposto anche nei primi giorni".

Da Ferruccio De Bortoli una grandissima delusione: "Non ha mai fatto schierare il Corriere della Sera a difesa di un principio, ha sempre delegato la questione in pagine cronaca, so che nessuno arresterà mai De Bortoli ma la situazione giudiziaria sua è molto peggio della mia per numero di querele". Per quanto riguarda Gianluigi Paragone lo ha definito un "personaggio ondivago". "Gli piace - ha aggiunto - ed suo diritto cavalcare l’onda".

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