Stai a vedere adesso che PierFurby ribalta il pensiero di un padre della Repubblica, Enrico De Nicola. Perché nel Vangelo di Casini è l'ingratitudine «il sentimento della vigilia»... sì, ma del ritorno in campo di Silvio Berlusconi. Le tossine centriste viaggiano nell'etere, visto che ai microfoni di Radio Anch'io il leader dell'Udc ha sbracato definitivamente: avere di nuovo il Cavaliere alla guida del governo «sarebbe un film dell'orrore».
Già, deve esserci una fifa autentica dalle parti dell'ex opposizione, che poi equivale ai due-terzi della strana maggioranza al sostegno di Monti&Co. Soltanto pochi giorni fa il segretario Pd Bersani aveva definito «agghiacciante» una ridiscesa nell'agone del principale avversario. Insomma, tra i due Pier è sempre più corrispondenza di timorosi sensi.
Tuttavia, a proposito di cinematografo, Casini pare a disagio come quello spettatore che arriva in sala a proiezione iniziata. A differenza degli italiani che al vero film dell'orrore assistono da trent'anni (1983), da quando cioè il discepolo bolognese di Forlani arrivò a sedersi tra i banchi della Camera. Poi il capolavoro di astuzia e opportunismo che lo porta a fondare il Ccd e ad agganciarsi al treno di Forza Italia, appoggiando il primo governo dell'odiato (oggi) Berlusconi. E soprattutto, grazie alla vittoria della Casa delle libertà nel 2001 Casini si accomoda sullo scranno più alto di Montecitorio, da presidente della Camera. Scena madre di quel horror movie durato cinque anni, dal 2001 al 2006. Dopo di che, «caro Silvio, arrivederci e grazie». Ma prima, sfogliando l'album della memoria c'erano solo baci, abbracci, ed esultanze al fianco del magnate di Arcore. Correva l'anno 2000, così parlava - ancora - Pierferdy: «Il leader è importante che uno se lo scelga. E io Berlusconi me la sono scelto.
Però ecco, fine della carrellata, l'uscita di ieri a Radio Anch'io. Anch'io come l'altro tuo ex amico Gianfranco Fini continuo a pugnalarti alle spalle. Colpevoli trovati, giallo svelato. Titoli di coda.
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