"Nel porre in commissione Antimafia una domanda a Michele Santoro, non ho rivelato informazioni coperte da segreto". Così Stefania Ascari si difende dall'accusa di aver rivelato informazioni coperte da segreto durante l'audizione di Michele Santoro sul collaboratore di giustizia Maurizio Avola. Ciò di cui viene accusata l'esponente del M5s è lo stesso che lei imputa al sottosegretario Andrea Delmastro nel caso di Alfredo Cospito. "L'audizione in questione è quella dell'avvocato Fabio Repici, che aveva chiesto la secretazione solo per ragioni di sua strategia difensiva, non volendo renderla nota da subito, prima che egli stesso esaminasse con Maurizio Avola in un'udienza davanti al Gip di Caltanissetta poi tenutasi il 25 e 26 giugno 2024", spiega ancora Ascari nella sua nota.
"Infatti, l’avvocato Repici ha chiesto la desecretazione dell’audizione, essendo venute meno da mesi le ragioni della riservatezza. Tutte le informazioni che ho riferito non sono segrete perché contenute nel fascicolo del procedimento pendente a Caltanissetta a carico di Avola e di altri soggetti", dice ancora Ascari, che sottolinea come si tratti di "un atto depositato". Nella sua nota aggiunge che è stato "messo a disposizione delle parti in vista dell’udienza, poi tenutasi il 5 ottobre 2023, più di un anno prima rispetto al mio confronto con Santoro. Aggiungo che Maurizio Avola non è titolare di alcun programma di protezione". Facendo leva sulla nota poca credibilità in merito alle "rivelazioni" sul suo sul suo presunto coinvolgimento nella Strage di via D’Amelio, l'esponente dei 5 Stelle ribadisce di non aver "rivelato alcun segreto e svolgo il mio ruolo di parlamentare nell’esclusivo interesse dei cittadini e delle cittadine e dell’accertamento della verità".
Ma questa ricostruzione non convince Fratelli d'Italia. Salvo Sallemi, componente della Commissione Antimafia di Palazzo Madama, spiega che se ciò che per ora è solo un'ipotesi venisse confermata, "Stefania Ascari sarebbe punibile ai sensi del codice penale. Non solo, avrebbe fornito dettagli e nomi sull'azienda che ha assunto Avola, il pentito della strage di via D'Amelio, nomi che erano coperti da 'segreto' proprio per proteggere i diritti interessati". Un'eventualità, aggiunge Sallemi, "che include anche un beffardo paradosso: si tratta della stessa accusa che proprio la deputata grillina aveva rivolto ingiustamente al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, a proposito del caso dell'anarchico Cospito. Per questi motivi, ritengo sia necessario fare luce sui comportamenti della parlamentare pentastellata".
La vicecapogruppo di Fratelli d'Italia al Senato, Antonella Zedda, sostiene che la nota di Ascari è "la classica toppa peggiore del buco". Infatti, prosegue l'onorevole di FdI, "secondo lei il regime degli atti della Commissione non lo stabilirebbe nè la presidente, nè il regolamento e nemmeno la legge istitutiva della Commissione, ma piuttosto la stessa Ascari che, sentito (chissà quando e perché) l'avvocato Repici, decide che sia l'audizione sia gli atti depositati dall'audito non siano più secretati".
Quindi, conclude Zedda: "La legge istitutiva è chiara, il regolamento ancora di più e comunque a oggi quegli atti e quell'audizione sono secretati nonostante vari e strani tentativi di cambiare le carte in tavola. Consiglio un bel tacere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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