Questa è una settimana molto importante per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri italiani da quasi 21 mesi bloccati in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori al largo delle coste del Kerala, in India. L'auspicio, infatti, è che si possa superare l’impasse e arrivare, finalmente, alla chiusura delle indagini da parte della polizia investigativa indiana (Nia). Intanto stamani all'ambasciata di Roma sono stati interrogati i quattro fucilieri che si trovavano sulla nave Enrica Lexie e che gli indiani volevano ascoltare nell’ambito delle indagini sui marò: Massimo Andronico, Alessandro Conte, Antonio Fontana e Renato Voglino. Ascoltati singolarmente, i militari sono stati accompagnati all’ingresso dell’ambasciata indiana dall’inviato del governo italiano Staffan De Mistura. Con i marò anche Carlo Sica, dell’Avvocatura dello Stato, che segue i legali indiani di Latorre e Girone.
La loro testimonianza è considerata di particolare interesse soprattutto per un motivo: dalle perizie balisticherisulta che i proiettili trovati nei corpi dei due pescatori potrebbero essere compatibili con armi diverse dai fucili Beretta usati dai due marò. Un particolare molto importante su cui fare piena luce, che era stato rilevato dal rapporto sommario redatto da un ammiraglio della Marina militare nel maggio 2012.
In serata il presidente del Consiglio, Enrico Letta, in una nota sottolinea che "si tratta di
uno sviluppo significativo in vista della conclusione delle indagini. Continueremo a lavorare, passo dopo passo, con massimo impegno e determinazione, fino alla conclusione positiva di questa vicenda".
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