Atreju, Meloni sui giudici: "Sull'Albania sentenze irragionevoli, fermare l'accordo è un favore ai criminali"

Da Atreju ribadita la compattezza del governo. Non sono mancati gli attacchi a Schlein, a Landini e l'ironia sulla sorella Arianna. Annunciata la dimissione da presidente dei Conservatori europei

Atreju, Meloni sui giudici: "Sull'Albania sentenze irragionevoli, fermare l'accordo è un favore ai criminali"
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Chiusura di Atreju con Giorgia Meloni: la manifestazione di Fratelli d'Italia è tornata a Roma per una settimana di incontri e dibattiti trasversali, che hanno toccato i principali temi della politica italiana e internazionale. Al Circo Massimo sono saliti sul palco leader italiani e stranieri, ha parlato anche Javier Milei, presidente dell'Argentina, che ha riscosso grande successo con le sue idee ultra liberiste. La chiusura della kermesse, che ha portato al Circo Massimo migliaia di persone ogni giorno, è stata affidata a Giorgia Meloni, accolta dagli applausi dei presenti. Un piccolo malore occorso a un avventore ha ritardato l'inizio dell'intervento del presidente del Consiglio, che ha atteso di ricevere notizie positive dai soccorritori prima di iniziare il suo intervento. "Forse fa troppo caldo, bisognerebbe aprire un po’ i tendoni laterali", ha detto rivolgendosi all'organizzazione e chiedendo di arieggiare la tensostruttura.

I ringraziamenti a Gioventù Nazionale e agli organizzatori

"Grazie per l'entusiasmo contagioso. Quanta forza ci date, quanto siete belli", ha esordito il premier rivolgendosi alla folla accorsa per l'evento conclusivo. Ha ringraziato l'organizzazione ma, soprattutto, ha ironizzato sugli attacchi che dalle opposizioni vengono condotti contro la sorella, che ha partecipato alla realizzazione dell'evento: "Grazie ad Arianna in questa sua foga di dover piazzare amici e parenti e gente che non conosce ha trovato il tempo per organizzare Atreju", ha detto il premier tra gli applausi. E ha ringraziato anche i ragazzi di Gioventù Nazionale, politicamente colpiti per arrivare a lei: "Sono fiera di voi e voglio dirvi che nessuna gogna costruita sull'errore del singolo, spiando la gente dal buco della serratura, nessuna gogna costruita contro di voi per colpire me cambierà chi siete. E siete la parte migliore della vostra generazione".

La coesione del governo

E proprio a chi tifa per la caduta del governo per le divisioni interne, il premier ha replicato: "Arriveremo compatti alla fine del governo, e oltre. Certo è normale e giusto confrontarsi sulle idee. Se le nostre ricette fossero sempre sovrapponibili saremmo un partito unico ma forse in quel caso mancheremo di rappresentare tutte le sensibilità che ci sono nel centrodestra. Tutti quelli che sperano che metteremo il nostro personale destino prima di quello della nazione rimarrà ancora una volta deluso. E deludere la sinistra è il nostro sport preferito". E proprio questa stabilità del governo, ha sottolineato il premier, "è il più grande elemento di discontinuità con il passato della politica italiana ed è il più grande elemento di forza dell'Italia nel quadro attuale".

"In molti hanno scommesso sul nostro fallimento e direi che hanno puntato contro il cavallo sbagliato", ha detto Meloni. Il premier ha poi aggiunto: "Ogni volta che siamo stati dati per spacciati noi abbiamo preso in mano il nostro destino lasciando tutti a bocca aperta. Ci siamo rialzato mille molte, lo faremo ancora, lo stiamo facendo rispondendo con i fatti ai tanti, troppi uccelli del malaugurio che tifano contro la nazione per sperare di elemosinare un po’ di potere personale sulla pelle di milioni di connazionali". Nonostante le tante invocazioni di crollo, il governo continua a lavorare compatto e i risultati si vedono: "L'Italia è tornata a correre, da osservato speciale è diventata un modello. Non è solo merito del governo ma di tutti gli italiani". E poi ha aggiunto: "La mia sfida è che gli italiani tornino a credere in loro stessi, il tafazzismo è il principale nemico dell'Italia che noi abbiamo il dovere di sconfiggere. Veniamo da una stagione difficile ma noi siamo italiani, la nostra storia è piena di ricadute e rinascite".

Le repliche alla sinistra

"Come abbiamo impresso un cambio di passo in Italia, continueremo a lavorare anche per imprimere un cambio di passo in Europa", ha scandito Meloni, rivendicando quanto fatto finora da questo eseutivo e confermando che i lavori per riportare l'Italia al suo antico splendore continueranno per anni. Tutto questo nonostante ci sia chi rema contro, non al governo ma alla nazione. "Ipse dixit Elly Shlein: ‘Con Meloni l’Italia è isolata in Europa’. Ipse dixit Giuseppe Conte: ‘Il fallimento della Meloni significa relegare l’Italia in panchina’. Ma soprattutto ipse dixit Romano Prodi: ‘L’establishment adora Meloni perché obbedisce’", ha detto il premier, bloccando sul nascere una contestazione contro il segretario del Pd. "Devo confessare che quando ho letto gli improperi isterici che Prodi mi lancia da giorni ho aperto una bottiglia del mio vino migliore ho brindato alla mia salute. Ogni patriota deve essere fiero di avere gli improperi di Prodi, siamo ancora dalla parte giusta della storia", ha proseguito tra gli applausi dei presenti.

Il protocollo con l'Albania

Accorato, poi, il passaggio sull'immigrazione da parte di Meloni, che ha difeso il protocollo con l'Albania, che "funzionerà" ha detto e ribadito. E ha definito "irragionevoli" le sentenze dei giudici che hanno intralciato il lavoro, fermando il progetto momentaneamente. "Combatteremo senza tregua" i trafficanti di esseri umani, ha scandito con energia il premier dal palco di Atreju, sottolineando che quell'accordo "Fa scuola in mezza Europa. Il punto centrale è l'effetto deterrenza". Tra tutte le iniziative messe in campo per contrastare l'immigrazione, ha sottolineato Meloni, "il protocollo d'Albania è quella più temuta dai trafficanti di essere umani". E rivolgendosi ai presenti, rispondendo ai dubbi, ha dichiarato: "Abbiate fiducia. I centri di Albania funzioneranno, a costo di passarci tutte le notti. Voglio combattere la mafia e chiedo a tutto lo Stato italiano e alle persone perbene di combattere la mafia. Non sono io il nemico, sono una persona perbene".

L'anno delle riforme

Il 2025, ha ricordato, "sarà l’anno delle riforme", in primis quella della giustizia, perché la separazione delle carriere"è una battaglia di civiltà" è "una riforma per i cittadini ma anche per la stragrande maggioranza dei giudici". Non sarà facile e veloce, ha proseguito Meloni, "ci vorrà molta pazienza ma faremo tutto quello che va fatto. L’anno che verrà sarà quello delle riforme, attese da troppo tempo, che spaventano molti, ma giuste. Andremo avanti sul premierato, che ho definito la madre di tutte le riforme, andremo avanti sull’autonomia differenzia, sulla riforma fiscale, sulla riforma della giustizia".

Gli interventi sul lavoro

Il premier ha, quindi, rivendicato gli interventi di questo governo in favore del lavoro, tra i quali il taglio strutturale del cuneo fiscale e l'aumento delle pensioni che, in due anni, è stato più alto rispetto a quanto fatto dalla sinistra negli anni di governo. "Quando loro non hanno argomenti veri per contrastarti, ne usano di falsi. Se non ci sono quelli veri ce li inventiamo, che ci importa… Un po’ lo stesso schema che usa la Cgil per indire gli scioperi generali. Grande rispetto per il lavoro e i diritti sindacali, ma per giustificare il suo incitamento a una rivolta sociale con toni che non hanno precedenti nella storia del sindacato italiano, toni che se avessimo utilizzato noi sarebbero arrivati i caschi blu dell’Onu, Maurizio Landini ci dice che in Italia aumenta il precariato, diminuisce l’occupazione e il potere d’acquisto, ma è esattamente il contrario", sottolinea il presidente del Consiglio. E Meloni non ha mancato nemmeno di accusare il segretario della Cgil di fare politica: "Gli scioperi non li fa per aiutare i lavoratori ma per aiutare la sinistra. Da parecchio tempo chi aiuta la sinistra non aiuta i lavoratori, come i lavoratori sanno bene".

"Non c'è spazio per gli individualismi"

La conclusione del suo intervento è accorata e rivolta soprattutto ai giovani: "La nostra è una missione. Quando la posta è alta non c'è spazio per l'egoismo dei singoli. Siate concentrati, ambiziosi, coraggiosi, coltivate desiderio di riscatto e passione per la giustizia. Siate all'altezza della grande nazione che rappresentate e dell'enorme responsabilità che comporta". Non tornerà, ha aggiunto, "un tempo come questo, non tornerà l’occasione di dire ‘io c’ero e ho fatto la mia parte’ quando l’Italia è tornata a far parlare di sé, a stupire, a disegnare la rotta, a riprendere il posto che le spettava nel mondo".

Quell'occasione, ha concluso, "è qui, è ora, e non permette passi incerti perché ha bisogno di corse audaci, non permette tentennamenti, debolezze perché ha bisogno di cuori puri e gambe ferme. Io so che noi anche più quanto noi stessi crediamo siamo all’altezza del compito. Io so che l’Italia è all’altezza del compito. Viva l’Italia, viva Fratelli d’Italia, viva il centrodestra".

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