Sul brutale omicidio di Yara Gambirasio c'è un ombra che allontana la possibilità di trovare l'assassino. È, infatti, tornata a farsi viva la misteriosa persona che aveva lasciato un messaggio sul libro delle intenzioni della cappella dell'ospedale Salvini di Rho. Questa volta non si è limitato a scrivere poche righe, ma ha spedito una lettera di tre pagine al cappellano dell’ospedale. A stretto giro, poi, ha anche telefonato alla portineria della stessa struttura sanitaria. "Mi chiamo Mario, sono stato io", ha detto. Ora, come fa sapere L’Eco di Bergamo, la polizia sta stringendo il cerchio attorno al misterioso individuo che sostiene di saper qualcosa sul delitto della piccola Yara.
Gli inquirenti starebbero stringendo il cerchio. Secondo fonti ben informate, infatti, a scrivere la lettere al cappellano e a telefonare in portineria sarebbe stata la stessa persona che, nei giorni scorsi, aveva scritto sul registro della chiesa: "Vi prego, informate la polizia di Bergamo: qui è passato l’omicida di Yara. Che Dio mi perdoni!". Martedì scorso il cappellano dell’ospedale di Rho, don Antonio Citterio, ha trovato sotto lo zerbino della porta di casa una busta contenente una lettera. Tre fogli scritti a penna e firmati da un certo "Mario", che però non ha lasciato il cognome, tantomeno indizi utili per riuscire a rintracciarlo. "Sono stato io a scrivere il messaggio sul libro delle preghiere in chiesa", avrebbe ammesso nella missiva.
Il contenuto della lettera, nei dettagli, è stato posto sotto silenzio perché ancora al vaglio degli inquirenti. Alla lettera è seguita una telefonata alla portineria dell’ospedale.
"Buongiorno, mi chiamo Mario, sono malato di cancro - ha detto - sono io l’autore del messaggio in chiesa su Yara. Volevo solo sapere se il cappellano ha ricevuto la mia lettera". Probabilmente si tratta di un mitomane e gli inquirenti sono scettici, ma nessuna pista viene tralasciata nel caso Yara.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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