"Mi farei da parte". Conte pronto a dimettersi: lo scenario che inquieta il M5S

Il presidente minaccia il passo indietro: "Il Movimento resti progressista o dovrà trovarsi un altro leader". Panico tra i 5 Stelle per lo spettro dell'astensione degli iscritti

"Mi farei da parte". Conte pronto a dimettersi: lo scenario che inquieta il M5S
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Il momento della resa dei conti è arrivato: da oggi fino a domenica l'assemblea degli iscritti è chiamata a decretare le sorti del Movimento 5 Stelle. La fase costituente è stata tanto voluta da Giuseppe Conte, nella speranza di rilanciare le sorti di una formazione politica sempre più debole. Ma le scorse settimane sono state tortuose e hanno segnato una frattura sempre più ampia con Beppe Grillo. Ora il M5S è a un bivio: restera ancorato al campo progressista o proseguire il cammino da solo. Ma un drastico ritorno alle origini comporterebbe il passo indietro del fu avvocato del popolo, la cui linea verrebbe praticamente sfiduciata.

Passa la linea Grillo? Conte pronto a dimettersi

A paventare l'ipotesi delle dimissioni è stato lo stesso Conte che, nell'intervista rilasciata a La Repubblica, per una volta ha messo da parte i giri di parole ed è andato dritto al punto: se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella che fino a questo momento ha portato avanti, allora ne prenderebbere atto e le conseguenze del caso sarebbero inevitabili. "Mi farei da parte. Si chiama coerenza", ha affermato il leader dei 5 Stelle.

L'ex presidente del Consiglio si è mostrato assai legato al disegno di centrosinistra, tanto da dirsi pronto a lasciare se venisse messa in discussione la scelta di sposare il campo progressista: "Il Movimento dovrà trovarsi un altro leader". Ma, per non sbilanciarsi troppo a sinistra, si è affrettato a precisare che un'alleanza organica o strutturata con il Partito democratico non è mai stata nei suoi piani. "Ho sempre ragionato di un dialogo da coltivare con le forze del campo progressista per valutare intese, stando sempre attento a difendere la nostra identità e le nostre battaglie", ha chiarito. Lo schema è evidente: l'unico modo per restare alla guida del M5S è confermare la sua leadership. Altrimenti, se la base promuoverà il Grillo pensiero, volterà le spalle.

L'incubo astensione nel M5S

I quesiti sottoposti agli scritti sono diversi, dall'eliminazione del ruolo del garante all'organizzazione territoriale passando per i nodi del simbolo. Nel Movimento c'è chi sospetta che Grillo possa riservare un'amara sorpresa o tentare il sabotaggio dell'appuntamento, magari spingendo per far sì che la platea non voti e diserti la consultazione online. Solo voci moliziose contro la vecchia scuderia grillina o quelle sul presunto lavoro sotterraneo sono ricostruzioni che in fondo hanno del vero?

Sta di fatto che i fedelissimi di Conte fanno quadrato e temono che si possa anestetizzare la comunità, sconfessando così i temi su cui il leader - in caso di cambio di rotta - potrebbe lasciare il timone. Lo spettro dell'astensione è motivo di grande agitazione all'interno dei 5S: non raggiungere il quorum sarebbe uno smacco. Se il livello del non voto dovesse superare i livelli di guardia si aprirebbero scenari imprevedibili.

Conte sogna di restare alla guida del Movimento e di rafforzare la sua figura rispetto a Grillo. Ma la possibilità che la base gli rifili un sono "vaffa" è un incubo che lo preoccupa e non poco. Significherebbe lasciare tutto.

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