“Mi piace la gnocca". Marco Rizzo demolisce il politicamente corretto

Marco Rizzo attacca il politicamente corretto e il Pd di Elly Schlein che insegue i diritti civili anziché difendere i diritti sociali

“Mi piace la gnocca". Marco Rizzo demolisce il politicamente corretto
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“Mi piace la gnocca. Posso dirlo? E non mi dovete rompere le…”. Quello di Marco Rizzo all’ultimo incontro dell’evento l’Italia dei Conservatori è un intervento senza peli sulla lingua.

“Con tutto il rispetto per le battaglie contro ogni discriminazione di genere, di sesso e di razza perché non debbo dire questa cosa?”, si chiede l’ex parlamentare, oggi leader di Democrazia Sovrana e popolare che, affrontando il tema del politicamente corretto, osserva: “Oggi non c’è un film o una pubblicità in cui non ci sia un gay o un nero. È un’invasione che provocherà anche delle reazioni non belle e violente…”. Rizzo, nel corso del suo intervento rimpiange la sua epoca quando ancora potevano uscire al cinema capolavori come Amici miei di Monicelli e c’erano cantanti come Boy George, Elton Jhon, Freddy Mercury e nessuno pensava alle loro preferenze sessuali. “Quello che oggi è insopportabile è che i gusti sessuali di una minoranza debbano costruire una sorta di obbligo per una maggioranza”, sentenzia Rizzo.

Secondo l’ex parlamentare la vicenda del politicamente corretto è collegata alla proletarizzazione del ceto medio. “I signori della grande finanza e delle multinazionali vogliono che ci sia una povertà diffusa e vogliono milioni di africani qui per abbattere i diritti dei lavoratori autoctoni e i salari”, spiega Rizzo che cita Marx parlando della volontà da parte delle classi dirigenti di costruire un “esercito industriale di riserva”. La verità è che il politicamente corretto snatura i diritti sostituendo i diritti sociali in diritti civili. “La sinistra negli anni ’80 era Berlinguer davanti ai cancelli della Fiat, oggi è la Schlein sul carro del Gay Pride che balla e io non c’entro nulla con quella roba là”, dice Rizzo che poi ammonisce la destra a non rincorrere la sinistra sulla strada del politicamente corretto.“Ho coniato uno slogan: i desideri non sono diritti”, dice riferendosi soprattutto all’utero in affitto, ossia alla “vicenda della mercificazione del corpo della donna e il totale isolamento dei diritti del nascituro”. Ma non solo.

Il politicamente corretto porta proprio a destrutturare la famiglia che, se è vero come diceva Engels che è una "cellula fondamentale della società borghese" è anche vero che "oggi è un presidio di Stato Sociale, senza la quale ci sarebbero 11 milioni di poveri in più".

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