Elly Schlein ha vinto le primarie del Partito democratico vincendo contro Stefano Bonaccini. La sua vittoria sposta il baricentro del Partito democratico tutto a sinistra e incasella la compagine in quello spazio radical-chic in cui tutto è fluid, gender e anti-patriarcato. Elly Schlein viene elevata a paladina del femminismo dalle donne di sinistra, quelle che non volevano essere meno della destra e hanno deciso di eleggere una donna a guida del partito, sempre e comunque in ricorsa rispetto a chi è arrivato prima di loro. Ma è utile fare un rewind e tornare indietro di qualche anno, al 2013, quando Elly Schlein non era così femminista.
Oggi, i suoi difensori dicono che erano altri tempi, che si cambia e che si ha il diritto di maturare. Certo, e dovrebbero ricordarselo sempre, non a senso unico. Ma, al di là di questo, un sentimento come quello femminista non nasce all'improvvisa, dovrebbe essere qualcosa di radicato nella propria indole, soprattutto se ci si pone come oggi fa Elly Schlein. Qualcun altro dirà che è stata una battuta mal riuscita all'attuale segretario del Pd, ma le interpretazioni sono qualcosa di estremamente soggettivo e, basandosi sui fatti, il tweet del 15 febbraio 2013 di Elly Schlein trasuda antifemminismo da ogni parola.
In quei giorni era in corso il festival di Sanremo con la conduzione di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto e nel frattempo a Roma si cercava di formare un governo, che verrà affidato pochi giorni dopo a Enrico Letta. E un certo punto, la Schlein scrive nel suo profilo Twitter: "Chi è quell'invasata che dirige, la madre?". Quella che il nuovo segretario definì "invasata", senza troppa delicatezza, e senza quella spinta di sorellanza che oggi esibisce a ogni piè sospinto, era Andrea Mirò e sta dirigendo per il cantautore Andrea Nardinocchi, che era in concorso nella categoria Giovani. Dopo che qualcuno le fece notare che stava dando dell'invasata a una delle artiste più importanti del panorama musicale italiano, Elly Schlein riuscì anche a peggiorare la sua posizione: "In effetti mi sembrava troppo figa per essere una direttrice d'orchestra. Ma lui non mi piaceva per niente".
Quindi, secondo la logica dell'esponente del Partito democratico, una donna piacente non può ricoprire un ruolo di rilievo come quello del direttore d'orchestra? Una bella donna non può aver studiato per raggiungere un obiettivo ambizioso come quello di salire sul podio del festival di Sanremo per la direzione di un gruppo di musicisti, per la maggior parte uomini? L'associazione della Schlein è quanto di più antifemminista ci si possa aspettare, a tratti anche sessista, in barba a qualunque proclama e manifesto che possa ora sventolare per prendere qualche consenso in più.
Chissà cosa direbbe Beatrice Venezi, direttore d'orchestra italiano tra i più apprezzati a livello internazionale, donna di indiscutibile avvenenza, davanti alle parole della Schlein. Tornando ad Andrea Mirò, come è facile sapere con una semplice ricerca, si è diplomata in violino al conservatorio di Alessandria.
L'enciclopedia Treccani, nella voce a lei dedicata, la definisce "direttrice d’orchestra e polistrumentista". Tra l'altro, proprio nel 2013, l'artista ha ricevuto il prestigioso premio Lunezia Doc 2013 per la qualità musical-letteraria delle sue canzoni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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