"Società patriarcale". Ora Schlein accusa di sessismo i compagni del Pd

La candidata alla segreteria del Pd se la prende anche con i dem: "Se una donna si fa strada deve essere sempre strumento di qualcun altro? Serve una rottura"

"Società patriarcale". Ora Schlein accusa di sessismo i compagni del Pd

All'interno del Partito democratico si respira un'aria tutt'altro che di grande armonia familiare. Le varie correnti sono spaccate in vista della tappa delle primarie e, se danno già ora segnali di grandi spaccature così lampanti, sarà curioso vedere in quanto tempo la situazione deflagrerà in maniera definitiva. Elly Schlein ha sbottato e ha accusato alcuni compagni dem di aver pronunciato una "affermazione sessista" nei suoi riguardi. L'ennesima miccia che potrebbe far saltare tutto per aria dal 26 febbraio.

Schlein accusa i compagni dem

La candidata alla segreteria del Pd, nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha replicato in maniera seccata a chi la reputa un personaggio interessante dietro cui si è nascosta la vecchia nomenklatura: "Questa è un'affermazione sessista, tipica di una società patriarcale, per cui se una donna si fa strada deve essere sempre strumento di qualcun altro". Da qui ha sottolineato la necessità di apportare "una rottura", una vera e propria "cesura netta con il passato".

Al di là del tono irritato nei confronti di alcuni esponenti del Partito democratico, appare evidente come gli animi non siano affatto tranquilli: si respira una sorta di aria da resa dei conti, come se gli sconfitti - il giorno dopo le primarie - fossero già pronti a mettere il bastone tra le ruote al nuovo corso. Il che di certo non farebbe bene a una formazione politica che in questo momento è impegnata nel duello con il Movimento 5 Stelle per lo scettro da leader dell'opposizione. Una battaglia tra l'altro banale, solo di facciata.

Il Pd si prepara all'implosione

Con il passare delle settimane si fa sempre più forte il fronte di chi teme un'implosione in seguito all'elezione del nuovo segretario. In effetti non è scontato che il prossimo timoniere del Pd sappia tenere insieme tutte le varie anime. Anzi, c'è la concreta possibilità che si torni subito alla lotta tra correnti affossando definitivamente il partito. Tutto ciò non è fantapolitica: i risentimenti e i personalismi potrebbero giocare un ruolo micidiale per le sorti dei dem.

La stessa Schlein non ha escluso l'ipotesi di un collasso, smentendo coloro che vedono le primarie come un processo che porterà sicuramente alla rinascita del Partito democratico. In realtà non è un automatismo: molto dipenderà dalla capacità del nuovo segretario e dal grado di fedeltà della galassia dem. "Preferisco cento volte i dirigenti che hanno capito che o si cambia o si muore. Tutti coloro che stanno con me hanno compreso che o si cambia o è finita", ha sostenuto Schlein.

Volti, visione e metodo vengono indicati come i tre principali fronti su cui adoperarsi per una drastica rivoluzione rispetto al passato. Il problema è che il Pd sembra prepararsi a restare vecchio nella ricetta politica, nell'offerta agli elettori, nella capacità attrattiva.

Se legalizzazione della cannabis e immigrazione resteranno le priorità del Partito democratico allora i dem non usciranno dalla palude. E probabilmente verranno affossati con l'abbraccio del Movimento 5 Stelle, ben lieto di cannibalizzare i voti e intestarsi battaglie di sinistra.

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