Morto l'ex Br Prospero Gallinari

Aveva 62 anni. Per anni si era parlato di lui come l'esecutore materiale di Aldo Moro. Nel 1993 Mario Moretti lo discolpò

Prospero Gallinari in una foto del 1997
Prospero Gallinari in una foto del 1997

L’ex brigatista rosso Prospero Gallinari è morto questa mattina a Reggio Emilia nel garage della sua abitazione. Stroncato da un malore improvviso, aveva 62 anni. Secondo la questura si è sentito male e si è accasciato per terra. Alcuni vicini di casa hanno chiamato il 118. Caricato in ambulanza, durante il tragitto verso l’ospedale è deceduto.

Nato a Reggio Emilia nel 1951, dopo aver aderito, giovanissimo, alla Fgci (movimento giovanile del Pci), vi militò fino alla fine degli anni Sessanta. Poi, insieme ad Alberto Franceschini, Tonino Paroli e ad altri dissidenti, decise di intraprendere la strada della lotta armata. Decisiva, per questa sua svolta rivoluzionaria, fu la partecipazione, nell'agosto 1970, al convegno di Pecorile (Reggio Emilia). Fu in quell'occasione che sarebbe stata decisa la nascita delle Brigate rosse. Dopo una brave militanza nel Superclan, Gallinari aderì alle Br, prima come membro irregolare e dopo poco come clandestino.

Il suo primo "colpo" importante fu la partecipazione al sequestro del giudice Mario Sossi, rapito a Genova il 18 aprile 1974 e rilasciato a MIlano il 23 maggio dello stesso anno. Poco dopo fu arrestato a Torino. Rimase in prigione fino al 1976, quando riuscì ad evadere dal carcere di Treviso. Durante il processo al "nucleo storico" delle Br, a Torino, si rese protagonista di una delle manifestazioni pubbliche più ostili e violente, mediaticamente, nei confronti dello Stato: lesse un volantino in cui si rivendicava l'omicidio del procuratore di Genova Francesco Coco e della sua scorta, avvenuto il giorno prima.

Dall'evasione al nuovo arresto (settembre 1979) fece parte della colonna romana delle Br e partecipò attivamente al sequestro di Aldo Moro. Travestito da aviere Alitalia, insieme ad altri brigatisti fece fuoco sulla scorta. E in seguito, nei 55 giorni di prigionia, fu uno dei carcerieri del leader Dc. Di lui si parlò come l’esecutore materiale dell’omicidio di Moro. Nel 1993 però Mario Moretti lo discolpò e si assunse la responsabilità dell’omicidio in un libro-intervista con Rossana Rossanda e Carla Mosca. In quel periodo Gallinari uscì dal carcere per problemi cardiaci. Nel marzo 2006 Bompiani pubblicò un suo libro di memorie intitolato "Un contadino nella Metropoli".

Gallinari rimase un irriducibile fino all'ultimo, rivendicando le sue idee

"rivoluzionarie". E' solo nel 1988 che, insieme a Renato Curcio, Mario Moretti e Barbara Balzerani, dichiarò finita la stagione della lotta armata. Ma nonostante tutto continuò a difendere la sua criminale scelta di sangue.

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