La strada intrapresa con il fiscal compact era "necessitata" per ristabilire un equilibrio nel debito pubblico e non si può abbandonare, bisogna ora accompagnarla con misure per la crescita "che devono essere incoraggiate a livello europeo, non assunte dai Paesi aderenti all’euro ciascuno per proprio conto, magari violando gli impegni presi".
Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rispondendo indirettamenta a quello che Silvio Berlusconi aveva detto giorni fa sul fiscal compact (l'ex premier lo aveva considerato come un freno per la crescita).
Al termine del suo incontro con il presidente ceco Vaclav Klaus, il capo dello Stato ha affermato che nonostante l’apparente contraddizione, tra rigore e crescita "la compatibilità bisogna ed è possibile trovarla".
Per quanto riguarda l'unione bancaria, il presidente della Repubblica ha detto di ritenere che "sia tra gli indispensabili nuovi passi sulla via dell'integrazione, quando si mette in comune la moneta, bisogna procedere mettendo in comune molte altre cose, altrimenti non resiste la politica monetaria comune".
Napolitano ha poi ricordato che "gli impegni per controllare la finanza pubblica e il successivo fiscal compact sono stati assunti con piena consapevolezza dal governo Berlusconi e poi dal governo Monti. Non si può non partire dalla necessità di stabilire equilibri nella finanza pubblica nei paesi dell'Eurozona, scelte riassunte bene o male nel termine austerità, a cui nessuno poteva sfuggire.
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