"Negro, fai bella vita e noi ti paghiamo". Soumahoro denuncia aggressione razzista

Il deputato Aboubakar Soumahoro ha raccontato di essere stato aggredito verbalmente in palestra mentre si stava allenando

"Negro, fai bella vita e noi ti paghiamo". Soumahoro denuncia aggressione razzista
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Proprio ieri la notizia della revoca dei domiciliari nei confronti di Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamatsindo, moglie e suocera di Aboubakar Soumahoro; oggi, invece, il parlamentare ha denunciato un'aggressione di stampo razzista ai suoi danni. Stando a quanto riferito dallo stesso sindacalista e politico di origini ivoriane, una giovane donna lo avrebbe raggiunto mentre si stava allenando in palestra per attaccarlo verbalmente e rivolgergli insulti razzisti.

"'Negro che sei. Fai una bella vita tra palestra e noi ti paghiamo', questi sono alcuni degli insulti razzisti che ho ricevuto questa mattina a Roma da una ragazza che mi ha aggredito mentre mi allenavo in palestra e il suo amico riprendeva con lo smartphone", ha raccontato Soumahoro, come riportato questa mattina dalle principali agenzie di stampa. Non finisce qui, perché l'onorevole ha aggiunto: "Un'altra persona, che ha assistito all'aggressione, ha dovuto interrompere l'allenamento perché disgustata dalla scena".

Sarebbero stati, dunque, momenti molto tesi. Aboubakar Soumahoro, leader del movimento politico di sinistra denominato Italia Plurale e fondato dopo la sua autosospensione dal gruppo parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, ha spiegato di avere tutta l'intenzione di rivolgersi alle autorità competenti per denunciare quanto gli è accaduto."Ho segnalato subito il fatto alla direzione della Palestra chiedendo il loro intervento. Ovviamente denuncerò alle autorità competenti questa vile e vigliacca aggressione", ha affermato.

Non sono poi mancati gli attacchi ai gruppi politici avversari. "C'è un clima di crescente razzismo nel Paese sdoganato anche da parte di quelle forze politiche che, ogni giorno, inneggiano al fascismo e al duce. Dobbiamo resistere contro chi vuole fare tornare l'Italia in dietro", ha tuonato.

Il parlamentare era finito agli onori della cronaca dopo che erano emerse presunte irregolarità amministrative nei centri per migranti gestiti da sua moglie e sua suocera, Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamatsindo.

Le due, accusate di aver evaso milioni di euro tra Iva e contributi, erano finite agli arresti domiciliari. Nelle ultime ore, la procura della Repubblica di Latina ha mutato la misura cautelare in obbligo di firma da presentare ogni giorno presso la stazione dei carabinieri.

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