L'Italia è il Paese dell'Unione europea con il più basso numero di laureati assunti nel settore privato. Lo dice una ricerca elaborata da Unioncamere su dati Eurostat, che evidenzia la distanza abissale del nostro Paese, per la quota di lavoratori laureati e impiegati nel settore privato, rispetto agli altri della Ue.
Un dato che vale sia prendendo in considerazione la fascia di età più ampia (quella che va tra i 15 e i 64 anni), sia quella intermedia (tra i 25 e i 49 anni). Dall'indagine, che si riferisce all'anno scorso, viene fuori che il numero di lavoratori laureati, da noi, è meno della metà di quelli attivi in Gran Bretagna e anche nella vicina Spagna, dove il problema della disoccupazione esiste almeno quanto qui da noi. Nel Regno Unito, ad esempio, il 45,5 per cento dei lavoratori di età compresa tra i 25 e i 49 anni possiede una laurea. In Spagna il 43 per cento, in Francia il 40, il 31 per cento in Germania. La media Europea, per la stessa fascia di età, è del 34,7 per cento. In Italia il dato si abbassa di oltre dieci punti percentuali, scendendo ad un misero 20 per cento.
E questa distanza resta netta anche se si amplia la fascia di età presa in considerazione, guardando cioè a tutti i dipendenti del settore privato che abbiano un'età compresa tra i 15 e i 64 anni (ma sarebbe più preciso rilevare che l'età effettiva va dai 18 ai 64 anni, dal momento che prima della maggiore età conseguire la laurea è impossibile, persino nel Regno Unito dove il sistema dei college è parecchio diverso dalla nostrana accademia): in questo caso i dipendenti del settore privato laureati sono il 40 per cento in Gran Bretagna, il 39,5 in Spagna, il 35,2 in Francia, il 28,9 in Germania. Tornando al di qua delle Alpi, invece, nella stessa fascia d'età si arriva solo al 18 per cento.
Facile leggerlo come un segnale dell'inadeguatezza delle Università italiane, se non a istruire, in generale, gli studenti, quanto meno a prepararli seriamente all'ingresso nel mondo del lavoro.
Stupirà forse che anche andando «avanti con gli anni», cioè considerando la fascia 50-64 anni, il risultato è lo stesso: gli altri quattro Paesi Ue esaminati si attestano tutti tra il 25 e il 35 per cento. Da noi, anche tra i più ageé, i laureati che lavorano nel privato sono solo il 17 per cento.
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