In prima linea, a tramare per sfasciare la maggioranza, ci sono due vecchi arnesi democristiani, Casini e Cirino Pomicino, uno dei padri del debito pubblico italiano. Se questo è l'inizio del dopo Berlusconi, stiamo freschi. Napolitano ha preso atto che non esiste una via d'uscita pacifica allo stallo. Alfano e Bossi garantiscono che la maggioranza terrà, Bersani come al solito non garantisce un bel niente. Così le consultazioni del Quirinale si sono concluse con un avviso ai contendenti: vi aspetto alla prova del voto in aula.
Noi non abbiamo lo stesso ottimismo del segretario Pdl e del leader della Lega. Far cadere un governo impegnato a rispettare i patti presi con l'Europa sarebbe in effetti da folli, ma siccome siamo circondati da pazzi (e mascalzoni) la cosa è più che possibile. Nel malaugurato caso ci aspettiamo tre cose. La prima: Berlusconi non arretri di un centimetro, ha il diritto-dovere di andare avanti soprattutto in assenza di una alternativa.
La seconda: Napolitano sia fedele alla sua promessa che non ci saranno governi contrari alle indicazioni politiche uscite dalle elezioni del 2008. Terzo: se gli ominicchi dovessero averla vinta si vada subito alle elezioni, rompendo un tabù che vuole gli italiani alle urne solo in primavera. E quest’ultima, al momento, sembra l'ipotesi più probabile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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