Se esattamente vent'anni fa per lui si era trattato di un indiscutibile trionfo personale, questa volta i risultati sono andati in maniera chiaramente diversa: Michele Santoro, con la sua lista "Pace Terra Dignità", si ferma appena sopra il 2% dei voti validi in queste elezioni europee. Niente da fare quindi per il Teletribuno che, con una distanza non irrilevante rispetto alla soglia di sbarramento, non raggiunge il bis come parlamentare in Ue dopo la prima elezione negli emicicli di Bruxelles e Strasburgo che avvenne nel lontano giugno 2004 tra le file dell'Ulivo come indipendente. Il movimento politico messo in fretta furia nello scorso inverno non ha quindi portato i frutti sperati, nonostante le tambureggianti battaglie contro l'invio di armi in Ucraina.
Il nervosismo di Santoro nell'appello finale
All'inizio del Terzo Millennio la battaglia di Santoro per la libertà dell'informazione fece sì che l'ex conduttore della Rai riuscire a ottenere ben 730mila preferenze (quello fu il più alto numero di preferenze tra i non capolista); in questa tornata, invece, il suo raggruppamento pacifista si attesta piuttosto lontano dalla percentuale minima di accesso all'Europarlamento, con una tendenza che lo proietterebbe a non andare complessivamente molto oltre il mezzo milione di voti, a prescindere dai consensi ottenuti personalmente dai suoi candidati. Il sogno di potere incidere nelle attività politico-istituzionale dell'Europa, cercando di insistere costantemente su un negoziato e un armistizio con Vladimir Putin al posto di aiutare militarmente il Paese governato da Volodymyr Zelenskyy.
Non hanno fatto grande presa, dunque, tutti discorsi anti-bellicisti promossi dai vari Raniero La Valle, Ginevra Bompiani, Piergiorgio Odifreddi, Paolo Rossi e Vauro. Ma, del resto, era stato lo stesso ex presentatore, durante il suo appello finale di venerdì sera ad Assisi, a parlare testualmente così: "Chi se ne frega del quorum. A noi c'importa della pace, non del quorum". Eccolo accontentato. Non soddisfatto, Santoro se l'era presa anche con coloro che avevano diramato i sondaggi che non vedevano mai "Pace Terra Dignità" oltre il 4%: "Sono mesi che diffondete sondaggi non scientifici. Sono taroccati - aveva duramente affermato -. Questa volta qualcuno mi dovrà rendere conto di questa taroccaggine, perché non gliela lascerò passare liscia".
Fuori da giochi anche Libertà e Alternativa Popolare
Non meglio sono andati Cateno De Luca e Stefano Bandecchi. Il primo era a capo di una lista molto composita che includeva ben 19 simboli, tra cui quello che richiamava la figura di Sergio De Caprio, alias Capitano Ultimo. Tuttavia l'asticella del 4% resta distante anche per il sindaco di Taormina (1,1%) il quale può giusto togliersi la magra soddisfazione per la buona prestazione di "Libertà" nella sua Sicilia. Nemmeno "Alternativa Popolare" non sfonda.
Poco male per il vulcanico primo cittadino di Terni, che – c’è da scommettere – da oggi sarà già pronto ad affrontare la prossima sfida imminente: quella delle Regionali in Umbria del prossimo autunno. Poi, la grande ambizione annunciata più volte in passato: "Il 40% alle Politiche del 2027". Al momento la cifra in percentuale è esattamente ribaltata: 0,4%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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