Le indagini sull'epidemia di Covid-19 che ha colpito Bergamo e la sua Provincia rappresentano un fatto di grande rilievo per fare finalmente luce su quanto accaduto nel 2020, in particolar modo sui primi attimi che hanno caratterizzato il diffondersi del Coronavirus nel nostro Paese. Un aspetto di assoluta importanza è rappresentato dalla mancata zona rossa in Val Seriana, tema su cui si sono riscontrate versioni differenti tra l'allora presidente del Consiglio e il governatore della Regione Lombardia.
La versione di Conte
A riportare il contenuto di un verbale agli atti dell'inchiesta è stata l'Ansa, che ha rivelato le dichiarazioni di Giuseppe Conte - sentito nel giugno del 2020 - in risposta ai pm di Bergamo. "Con Regione Lombardia non ho avuto interlocuzioni dirette in materia di 'zona rossa' per Nembro e Alzano. Le mie interlocuzioni sono state solo con il presidente Fontana ed escludo che mi sia stata chiesta l'istituzione di una zona rossa per Nembro e Alzano", avrebbe detto l'ex primo ministro.
Dunque Conte avrebbe spiegato che da parte del governatore della Lombardia non sarebbero mai arrivate "richieste formali o informali" per quanto riguarda la zona rossa. Inoltre avrebbe parlato della mail che il presidente di Regione gli avrebbe inviato il 28 febbraio 2020 attraveso cui avrebbe chiesto il "mantenimento" delle "misure" già "adottate". In sostanza avrebbe sostenuto di non avere alcun riscontro documentale contenente richieste in questa direzione.
La posizione di Fontana
La spiegazione dell'allora presidente del Consiglio non è però simmetrica alla versione fornita da Attilio Fontana che, sempre secondo l'Ansa, avrebbe messo a verbale una narrazione diversa rispondendo alle domande sulla mancata zona rossa in Val Seriana: "Noi credevamo nella realizzazione della zona rossa; che poi sarebbe stata utile non so dire, però a Codogno aveva funzionato. La nostra proposta è stata quella di istituire la zona rossa".
Il governatore della Regione Lombardia, in riferimento alla zona rossa di Alzano e Nembro, avrebbe fatto sapere di non aver mai parlato con nessun rappresentante di Confindustria e di non aver ricevuto la rappresentazione delle loro esigenze. Avrebbe invece parlato di una telefonata con Bonometti - all'epoca presidente di Confindustria Lombardia - il giorno 21 o 22 febbraio, "prima dell'istituzione della zona rossa di Codogno".
Di recente Fontana ha parlato di una presunta direttiva di Luciana
Lamorgese, in quel periodo ministro dell'Interno, "dicendo guai a voi se vorrete sovrapporvi con inizative relative alle cosiddette chiusure delle zone rosse perché questa è una competenza esclusiva dello Stato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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