E chi glielo fa fare? Romano Prodi non riprenderà la tessera del Pd. Al padre nobile dei dem non serve certo il pezzo di carta per avere voce in capitolo nelle faccende piddine. "Ma no, sarebbe anche un po' strano. Ho 84 anni. Ormai sono una specie di gatto di casa...", ha chiosato il professore, che stamani in tv ha risposto così a chi gli domandava se fosse pronto a iscriversi al partito ora guidato da Elly Schlein. Il "gatto di casa" entra ed esce guando gli pare e all'occorrenza lancia un miagolio per farsi sentire. Fuor di metafora, l'ex presidente del consiglio non si è mai allontanato dal recinto dem e anzi si può considerare a tutti gli effetti uno degli ispiratori del nuovo corso in salsa romagnola.
"Ho dato tutti i consigli". Le dritte di Prodi alla Schlein
"Sono sempre stato vicino al partito, ho cercato di dare tutti i consigli che potevo, sia a Bonaccini che alla Schlein", ha riconosciuto lo stesso Prodi, intervenendo stamani ad Agorà. E pare che di suggerimenti il professore ne abbia elargiti parecchi, contando anche sulla vicinanza geografica con la neo-segretaria e il nuovo presidente Pd (entrambi attivi a Bologna). Nei giorni scorsi, ad esempio, l'ex premier aveva consigliato alla Schlein di pensare innanzitutto all'identità piddina e solo poi di lavorare alle alleanze. "Cerco di far capire che questo è l'unico partito. E che i partiti sono l'unico strumento perchè il governo non sia governato da fenomeni, dai fuochi d'artificio che durano poi una sola stagione", ha invece spiegato oggi l'ex premier.
Il bacio in fronte alla segretaria dem
Pur senza avere in tasca la tessera Pd, Prodi è attentissimo a quel che accade all'interno del micro-mondo dem. "Schlein ha fatto bene a fare Bonaccini presidente dle Pd e Bonaccini ha mostrato stile ad accettare l'incarico. È stato un momento di sintesi", ha affermato ad Agorà, benedicendo il nuovo corso avviatosi nel partito. Poi l'ideale bacio in fronte alla nuova segretaria per il debutto all'insegna delle proposte più identitarie. "Avere esordito con il salario minimo è stata una bella idea. Come si fa a lavorare e ad avere problemi anche a comprare da mangiare? Come si fa a non avere il salario minimo oggi?", ha chiosato Prodi, ribadendo poi la lezione già esposta nei giorni scori: "Facciamo le proposte giuste e poi si faranno le alleanze".
"Facciamo", appunto. Perché Prodi non è tesserato al Pd ma di più: per molti a sinistra rappresenta il Pd. Del resto il professore è stato uno dei pochi leader progressisti in Italia ad aver governato passando prima dalle urne. La sua voce - lo si può intuire - ha ancora un peso specifico superiore a quello di altri tesseratissimi esponenti dem di primo piano. Con la sua proverbiale pacatezza al limite del soporifero, l'ex premier ha anche affrontato il tema dei malumori creatisi nel partito tra i cattolici che ritengono Elly Schlein troppo radicale nelle posizioni di sinistra.
Il caso dei cattolici dem
"I cattolici si sentono ancora a casa nel Pd. Ci sono diverse sensibilità, anch'io ho incontrato problemi con i Dico. La religione è ben diversa dalla politica, come diceva Sturzo. Nella società occorre fare determinate sintesi", ha dichiarato Prodi. E ancora, rispondendo alle parole di Graziano Delrio sul rischio che i cattolici non si sentano più a casa nel Pd: "Una cosa è sentirsi a proprio agio a casa, altra cosa è sentirsi padroni di casa.
Bisogna distinguere i diritti, che sono di tutti, dalla bandiere, che possono essere dei singoli. Schlein dovrà interpretare le differenze tra diritti e bandiere". Se servono suggerimenti su come farlo, il "gatto di casa" attende solo di essere accarezzato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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