Collettivi rossi pronti a a occupare scuole e università per celebrare i terroristi palestinesi

Dopo le manifestazioni di piazza per esaltare la "resistenza" di Hamas alcuni gruppi di studenti vorrebbero celebrare l'evento anche nelle scuole e università l'8 ottobre, un anno dopo il 7 ottobre 2023

Collettivi rossi pronti a a occupare scuole e università per celebrare i terroristi palestinesi
00:00 00:00

Si avvicina il 7 ottobre, giorno in cui cade l'anniversario dell'attentato su larga scala di Hamas contro Israele e le piazze italiane si scaldano ancora di più. Celebrano Hamas come organo della resistenza palestinese, rifiutano l'etichetta di associazione terroristica e lo stesso fanno con Hezbollah. Sono arrivati al punto di esibire in piazza le bandiere dell'organizzazione che terrorizza il libano e di fare un minuto di silenzio in onore di Hassan Nasrallah, capo di Hezbollah ucciso in un raid israeliano a Beirut. Il 5 ottobre sono pronti a scendere in piazza nonostante il divieto del ministero dell'Interno, che ha espressamente vietato la manifestazione in quanto in Italia è illegale celebrare organizzazioni terroristiche. Eppure in piazza ci saranno le sigle dell'estrema sinistra. Ma non sarà l'unico evento a ridosso del 7 ottobre, perché sono previste iniziative anche l'8 ottobre, nelle scuole e nelle università, dove è iniziato l'autunno caldo delle contestazioni che, com'è stato lo scorso anno, a breve si trasformeranno in occupazioni.

"8 ottobre giornata di agitazione nazionale nelle scuole e nelle università", scrivono i soliti gruppi di Cambiare rotta e di Osa, agitatori popolari che fanno presa sugli studenti dai 14 anni in su, che hanno trasformato le scuole nei loro fortini. Ogni collettivo fa capo a loro,, che hanno soldi e strumenti per trasformare semplici manifestazioni in occasioni di rivolta. Saranno in piazza anche il 5 ottobre e sono pronti a rendere impraticabili le lezioni scolastiche e universitarie l'8 ottobre. "Blocca le lezioni, parla di Palestina. Attacca bandiere palestinesi nelle tue scuole o nelle tue università. Indossa la kefiah o simboli della Palestina durante le lezioni", scrivono nel manifesto di chiamata all'azione. Le due organizzazioni comuniste, che fanno capo alla Rete dei comunisti vicina al partito di Nicolas Maduro, vogliono trasformare scuole e università in luoghi di lotta e non di sapere, mettendo un altro tassello in quel progetto che è l'ingovernabilità dello Stato professata dal Partito dei Carc e dal (nuovo) Partito Comunista Italiano.

"Il prossimo 8 ottobre riempiremo di simboli della Palestina le nostre scuole e università, per ricordare da che parte stanno gli studenti e le studentesse di questo Paese, e anche per denunciare ogni accordo di collaborazione con Israele", scrivono in un nuovo comunicato diramato nelle ultime ore, con il quale vogliono in qualche modo "diluire" la manifestazione in sostegno di Hamas con le proteste per il ddl 1600 della Sicurezza, che punta a vietare, tra le altre cose le manifestazioni violente, che proprio questi gruppi sono soliti organizzare. L'idea che il governo possa cercare di riportare la democrazia nelle piazze, che tenti di impedire i blocchi stradali, pericolosi per chi li fa e chi li subisce, e che cerchi di limitare le occupazioni violente che hanno causato milioni di danni a scuole e università, diventa motivo di protesta.

Ma ciò che è più grave è che giovani e giovanissimi siano pronti a manifestare per celebrare Hamas e Hezbollah.

Perché anche se è stato cambiata in corsa la ratio della manifestazione, sostenendo che si tratta di una giornata contro il genocidio e l'escalation in Libano, la ragione per la quale è stata lanciata quella del 5 ottobre è nero su bianco ed è la celebrazione del primo anno dall'attentato in Israele. Così come i Giovani Palestinesi sostengono da oltre un mese.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica