Il nuovo codice cancella decine di corsie ciclabili

Illegittime tutte le ciclabili disegnate con una striscia bianca: sono da eliminare

Il nuovo codice cancella decine di corsie ciclabili
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Il nuovo Codice della strada voluto dal Ministro dei Trasporti e delle Infrastruttura Matteo Salvini ha previsto una serie di indicazioni per le piste ciclabili mettendo finalmente un po' di ordine nel marasma milanese di corsie e piste. Il risultato della verifica su strada, con i nuovi criteri del codice, sono diversi: il primo è che secondo la nuova definizione di corsia ciclabile dovrebbero sparire da Milano decine di chilometri di corsie.

La pubblicazione del nuovo testo ha così anche un risvolto politico: crolla in un attimo il castello di carte green dell'amministrazione Sala che sulle ciclabili lampo disegnate durante la pandemia ha fatto propaganda e una battaglia ideologica. Quello concreto è che trasformando moltissime strade da corsia per auto e corsia ciclabile separate in carregiate con traffico promiscuo automobilisti e ciclisti saranno costretti ad avere «mille occhi» e adottare una guida più responsabile. In alcuni casi, invece, si apporteranno delle migliorie garantendo una maggiore sicurezza ai ciclisti.

Attenzione però: al momento manca ancora il decreto attuativo che converte il Codice della Strada in legge. In secondo luogo è necessario che il Ministero provveda anche a modificare il Regolamento di esecuzione e attuazione del Codice della strada: mentre, infatti, il Codice dà le definizioni, per esempio, di corsia ciclabile, il regolamento fornisce tutte le specifiche tecniche su come deve essere realizzata la corsia, come deve essere la segnaletica,etc. Tutte informazioni che al momento sono mancanti.

Partendo dal principio: la nuova definizione di Corsia ciclabile (Articolo 2 comma 12-bis) è «la parte longitudinale della carreggiata, posta a destra, idonea a favorire la circolazione dei velocipedi sulle strade, anche in modo promiscuo con la circolazione degli altri veicoli nello stesso senso di marcia, nei soli casi in cui non sia possibile l'inserimento di una pista ciclabile». Ricordando che la corsia ciclabile è quel tratto di strada delimitato dalla linea bianca dal 2020 in poi: quelle cioè tracciate durante la pandemia in moltissime città per dare più spazi ai ciclisti (senza decreti attuativi) e quindi in modo illegittimo. Bene, ora andrà cancellata la linea bianca da via Sardegna, viale Monza, via Bistolfi, via Castelbarco e via Caterina da Forlì, via Silla, via Fatebenefratelli. E ancora viale Puglie, via Martiri Oscuri, via Galvani e via Pola. Facendo perdere in uno schiocco di dita decine di chilometri di corsie e mesi di refrain ideologici.

Diverso, invece, il caso della «casa avanzata», che cambia quanto fatto a Milano in termini di sicurezza. La casa avanzata, ovvero quella fascia bianca al semaforo che consente l'avanzamento delle bici rispetto alle auto ferme per consentirne la svolta, al di là del cambio di denominazione in «zona di attestamento ciclabile», potrà «essere realizzata solo su strade con una sola corsia per senso di marcia e con velocità consentita inferiore o uguale a 50 km/h» spiega Enrico Bonizzoli, esperto di sicurezza stradale, audito alla commissione Trasporti della Camera come esperto. In quell'occasione Bonizzoli non ha mancato di esporre tutte le irregolarità e incongruenze che queste modifiche portano in alcune città, come Milano. Esempi di case avanzate da eliminare si trovano in corso Buenos Aires, via Senato, via San Damiano, via Visconti di Modrone e via Francesco Sforza.

Infine «vengono eliminate le corsie bus+bici, introdotte nel 2020, che consentivano la circolazione alle biciclette sulle strade riservate alla circolazione dei mezzi pubblici « purché non siano presenti binari tranviari a raso ed a condizione che, salvo situazioni puntuali, il modulo delle strade non sia inferiore a 4,30 metri». Un caso lampante di questa situazione è rappresentato dalla corsia di via Novara: verrà così finalmente eliminato un pericolo.

Per quanto riguarda il sorpasso di un ciclista il nuovo codice impone che si rispetti una distanza di 1,5 metri «ove possibile» il che di per sè significa poco, ma soprattutto è «una norma

impossibile da applicare perché è impensabile misurare una tale distanza mentre si supera un veicolo» spiega l'esperto. «Nel caso di incidente, però, succederà che l'automobilista finirà per avere sempre torto», conclude Bonizzoli.

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