"Nuovo Minculpop". Travaglio evoca il fascismo e difende la vignetta choc

Marco Travaglio e il Fatto Quotidiano evocano il solito ritorno al fascismo e difendono il "diritto" all'insulto: "Il nuovo Minculpop ha il terrore delle vignette"

"Nuovo Minculpop". Travaglio evoca il fascismo e difende la vignetta choc

“Il nuovo Minculpop ha il terrore delle vignette”. La risposta di Marco Travaglio e del giornale che dirige, alla vignetta choc sparata nella prima pagina di ieri, non si fa attendere. La replica del Fatto Quotidiano alla condanna bipartisan della politica è la solita minestra riscaldata della sinistra: allarme “fascismo eterno” con un pizzico di vittimismo. Nessun passo indietro sull’attacco gratuito e disdicevole nei confronti della sorella del presidente del consiglio, Arianna Meloni, e di suo marito, il ministro Francesco Lollobrigida.

La vignetta choc

Il Fatto Quotidiano, a dire la verità, non è nuovo a queste cadute di stile. Il diritto alla satira, che rimane sacro, viene spesso confuso con il “diritto” all’insulto gratuito. Nei confronti di una persona, tra l’altro, come la moglie del ministro Lollobrigida, che non ricopre alcuna carica pubblica. Dopo l’indignazione del premier italiano, Giorgia Meloni, che ha difeso legittimamente a spada tratta sua sorella e il suo ministro, è arrivata la condanna bipartisan di tutto l’arco parlamentare.

Tranne qualche assenza importante, vedi la neosegretaria del Pd, Elly Schlein, che è rimasta nel suo solito silenzio religioso, tutti i partiti politici hanno preso le distanze nei confronti della vignetta offensiva pubblicata ieri dal quotidiano diretto da Marco Travaglio.

Il vittimismo del Fatto Quotidiano

La risposta del Fatto Quotidiano arriva questa mattina, ventiquattro ore dopo la bufera. Il titolo della prima pagina del quotidiano acuisce le distanze con il governo e dopo gli insulti gratuiti si passa al vittimismo spicciolo. “Il nuovo Minculpop – recita il titolo –ha il terrore delle vignette”. E ancora:Colpo di stato: La Russa, Meloni, ministri e Pd contro il Fatto”.

La difesa senza se e senza ma del vignettista Natangelo si trasforma in un classico esempio di vittimismo. Il mantra del quotidiano da destinare ai lettori è sempre lo stesso: lo stato, o meglio, il governo di centrodestra contro la libertà di espressione di un giornale e contro il diritto di satira.

Travaglio evoca il fascismo

Ancora più esplicito, per non dire ripetitivo, è il solito richiamo all’allarme fascismo, al pericolo di una deriva anti-democratica se non al ritorno del Ventennio. Il riferimento al Minculpop, il ministero della cultura popolare, centro nevralgico della propaganda fascista, è solo la punta dell’iceberg di un attacco più ampio.

L’editoriale del direttore, Marco Travaglio, permette di sgombrare il campo da ogni equivoco. Il refrain dell’antifascismo, seppur recitato in tono scherzoso, è sempre lo stesso.“Combattenti di terra, di mare, dell’aria; fondi neri della rivoluzione e dei condoni; fratelli e sorelle d’Italia, cognati dell’Impero di Melonia e del Regno di Lollobrigida; ascoltate! La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori del Fatto Quotidiano”.

Il discorso mussoliniano, sempre nella logica del direttore Travaglio, continua così: “La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti: vincere! E vinceremo per dare un lungo periodo di pace senza satira all’Italia”.

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