"Offesi e indignati dal Pd". In Basilicata volano gli stracci a sinistra

È ancora empasse dentro il centrosinistra per la scelta del candidato unitario di Pd e 5 Stelle alla Regione: Speranza continua a sostenere Chiorazzo, mentre Azione e Italia Viva potrebbero puntare su Bardi

"Offesi e indignati dal Pd". In Basilicata volano gli stracci a sinistra
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Per parafrasare il titolo di un film italiano di successo, nel centrosinistra è in corso un "Basilicata caos to caos". Perché il tempo corre e il calendario sta per emettere l'inevitabile sentenza: tra dieci giorni scadrà la presentazione delle chiusure delle liste elettorali in vista delle Regionali dei prossimi 21 e 22 aprile e ancora niente si è smosso sulla scelta del candidato che (teoricamente) dovrebbe unire nuovamente Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, con Azione di Carlo Calenda alla finestra in attesa se ripetere la fallimentare esperienza in Abruzzo. Tuttavia lo "scherzetto" orchestrato da Roberto Speranza - tornato mediaticamente in auge con la promozione del suo libro che venne ritirato dalle librerie tre anni e mezzo dopo la seconda ondata del Covid - sta per falcidiare un'alleanza che sta pericolosamente scricchiolando nel Sud Italia.

Il punto è sempre quello: Angelo Chiorazzo, figura tanto sponsorizzata fin dallo scorso autunno dall'ex ministro della Salute (e dalla lista civica "Basilicata casa comune"), non è per niente gradito da una frangia della componente grillina lucana. Ma lui non intende per niente arretrare: lo aveva annunciato quattro giorni fa e lo conferma anche oggi, con una postilla non trascurabile: "Rinuncio alla candidatura a governatore solo se posso scegliermi io il sostituto". Una mossa che incastra ulteriormente le possibilità di azione soprattutto del Pd, tirato per la giacchetta da una parte dalla corrente "speranziana", che caldeggia fortemente la figura del "re delle coop bianche" ("Con lui la vittoria sarebbe sicura", ripete l'ex ministro), e dall'altra dal movimento di Giuseppe Conte, che desidera virare su altre persone: come il civico Lorenzo Bochicchio, ex direttore dell'Asl di Potenza, oppure Piero Marrese, presidente dem della Provincia di Matera.

Ma non è tutto, perché nelle ultime ore contro i dem si sono aperti altri due fronti, oltre a quelli con a capo rispettivamente Speranza e Conte, ex colleghi di quel governo che dovette gestire la prima fase della pandemia. Un'esponente autorevole della sinistra, Roberto Iosca - già sindaco di Rionero in Vulture (provincia di Potenza) ha inviato una lettera aperta a Elly Schlein, che lui aveva sostenuto con forza alle primarie contro Bonaccini del 2023. Iosca si dice "offeso e indignato" dall'avversione alla candidatura di Chiorazzo "approvata sei mesi fa dalla stragrande maggioranza del nostro partito", consentendo a "gruppi sparuti di gettare fango su tutto il partito". L'ex sindaco dichiara inoltre che il suo voto dipenderà dalle decisioni di queste ore e "dalla dignità e il coraggio che traspariranno dal modo in cui saranno assunte", facendo chiaramente intendere che se si cederà su Chiorazzo, lui (e non solo) lo riterrà "come un vero e proprio tradimento".

Infine, il ruolo dei partiti di centro. Né Renzi né Calenda hanno ancora sciolto le riserve su chi appoggeranno in Basilicata, escludendo comunque la possibilità di optare per un terzo candidato, che si aggiungerebbe ai due principali, per non cadere nuovamente nell'irrilevanza. Su quello che capiterà tra quaranta giorni è stato Matteo Richetti (Azione) a tracciare la strada: "Non esiste l'alleanza di campo largo - afferma il senatore calendiano -.Sul territorio se si verificano le condizioni fai alleanze su programmi e candidature, altrimenti non le fai". Un avviso ai naviganti dem e grillini che allontanerebbe l'ipotesi di nuova ammucchiata rossa dopo quella vista con Luciano D'amico nell'ultimo weekend elettorale. Anche perché nemmeno ad Azione piace più di tanto Chiorazzo: "Si è autocandidato senza che le forze politiche lo esprimessero e adesso si fa da parte solo se lui indica il suo successore".

E quindi? "Cerchiamo di capire cosa succederà nel centrosinistra, ma io valuto anche l'ipotesi di sostenere Vito Bardi". Se il governatore uscente è già stato ampiamente confermato come il candidato ufficiale del centrodestra, sul fronte opposto, invece, è solo "caos to caos".

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