Il complotto contro Berlusconi ci fu e forse fu un vero e proprio colpo di Stato. Lo dicono l'americano Edward Luttwak, esperto di geopolitica e da sempre voce in Italia delle amministrazioni Usa e l'inglese Ambrose Evans-Pritchard, uno dei massimi analisti di economia internazionale.
Il primo, intervistato ieri su Radio24, ha confermato che il complotto «fu ordito da Sarkozy e la Merkel con l'appoggio di molte persone in Italia». Di nomi ne fa due: Giorgio Napolitano e Giuseppe Pisanu. Il nome di Napolitano è stato ampiamente indicato in molte ricostruzioni di quel periodo come il protagonista italiano del complotto. Lo stesso Mario Monti confessò ad Alain Friedman che già nei mesi precedenti alla famosa crisi finanziaria dell'autunno 2011, il presidente della Repubblica gli aveva indicato la necessità che lui prendesse il posto di Silvio Berlusconi.
Il nome di Pisanu invece compare per la prima volta ed è ampiamente credibile come parte della congiura: l'ex democristiano che a Berlusconi doveva tutta la sua carriera politica, già nel settembre 2011 rilasciò un'intervista a Repubblica auspicando un governo di larghe intese senza il Cavaliere. Il suo nome ricorre inoltre nel 2009, insieme a quello di Gianfranco Fini e Giulio Tremonti, in un documento riservato dell'ambasciatore americano in Italia David Thorne (pubblicato da Wikileaks) tra coloro che «stavano gettando le basi» per la successione a Berlusconi.
Luttwak specifica che l'obiettivo del complotto «era rovesciare un governo democraticamente eletto». Questo è il motivo per cui gli americani si rifiutarono di partecipare. Il politologo americano, pur ritenendo che «ciò che accadde non fu un vero e proprio colpo di Stato ma un complotto dietro le quinte», confessa: «non so quanto in linea con la Costituzione». In altre parole Luttwak conferma che il presidente della Repubblica (che doveva essere il garante della nostra sovranità) partecipò attivamente a un'operazione organizzata da governi stranieri, tesa a eliminare il premier italiano legittimo e sostituirlo con un altro gradito dai mandanti internazionali.
Ancora più clamoroso ciò che ha scritto Ambrose Evans-Pritchard in un articolo pubblicato ieri sul prestigioso The Telegraph. Partendo dalle recenti dichiarazioni di Tim Geithner sulle pressioni dell'Ue per rovesciare il governo Berlusconi, egli scrive che «ciò che ha rivelato l'ex ministro americano concorda con quanto noi sapevamo all'epoca circa le manovre dietro le quinte e l'azione sui mercati obbligazionai».
Evans-Pritchard è chiarissimo nel suo giudizio: «Io ho sempre trovato bizzarro ciò che accadde». Fino a poco tempo prima «l'Italia era ritenuta un esempio virtuoso, uno dei pochissimi Stati dell'Ue che si avvicinava a un surplus del bilancio primario» e «non era in grave violazione del deficit». Poi clamorosamente aggiunge: «La crisi italiana dell'autunno 2011 fu scatenata dalla Bce che alzò per due volte i tassi provocando una profonda recessione double-dip (il tipo di recessione che segue le fasi di limitata crescita artificiale). Eppure, la colpa di questo disastroso errore politico fu fatta ricadere sul governo italiano». In altre parole il famoso imbroglio dello spread, con il quale si manipolò l'opinione pubblica facendo credere che il nostro Paese fosse a rischio default, fu costruito per generare una pressione politica violentissima contro Berlusconi e il suo governo.
Evans-Pritchard è netto: quello che è avvenuto contro Berlusconi «è uno scandalo costituzionale di prim'ordine»; ciò che fu fatto in Italia (così come in Grecia con la destituzione del premier Papandreou) «furono colpi di Stato sicuramente nello spirito se non anche nel diritto costituzionale». Fuori dall'Italia, dove la democrazia è ancora una cosa seria e non un giocattolo in mano a vecchi comunisti e maggiordomi dei poteri forti, il tema del complotto contro Berlusconi sta scandalizzando e aprendo questioni politiche importanti sul futuro dell'Europa.
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