"È un campo di concentramento". La sparata di Ilaria Salis sul Cpr in Albania

Esplode il caso dopo l'ennesimo attacco contro il governo. Ecco cosa ha scritto sui social l'europarlamentare Ilaria Salis

"È un campo di concentramento". La sparata di Ilaria Salis sul Cpr in Albania
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Ennesimo fango dell'eurodeputata Ilaria Salis contro il nostro Governo. In un post pubblicato sulle sue pagine Facebook, la Salis punta il dito sul Cpr di Gjader in Albania, dove sono stati recentemente trasferiti 40 migranti clandestini. Questi ultimi saranno ospitati nel centro per un periodo massimo di 18 mesi, fino a quando i loro Paesi di origine non accetteranno il rimpatrio. Si tratta, ovviamente, di una soluzione presa dall'esecutivo per cercare di dare respiro ai centri d'accoglienza presenti in Italia e in crisi da tempo.

Tutto ciò, però, non va a genio alla Salis, che si lancia in una velenosa invettiva, arrivando a fare paragoni agghiaccianti. "Il Cpr italiano a Gjader, in Albania, è il primo campo di concentramento e deportazione extra-territoriale dell'Europa contemporanea. Un gran bel primato del nostro governo!", tuona l'europarlamentare sui social network."Come scrive l'ASGI, si tratta di 'un salto di scala nelle politiche migratorie', che apre scenari inediti e inquietanti nel contesto europeo. In questa prigione coloniale viene rinchiusa quell'umanità in eccesso di cui, purtroppo, non solo le peggiori destre vogliono sbarazzarsi", aggiunge."Se è già inaccettabile che esseri umani vengano privati della libertà senza aver commesso alcun reato, se è già inaccettabile che vengano cancellati da un territorio con la forza, oggi si aggiunge un'ulteriore violenza: alcuni di loro, per alimentare la propaganda razzista, vengono deportati all'estero. In mezzo al nulla. Lontani anche da quel poco che l'Italia poteva ancora offrire. Dall'assistenza legale. Dalle cure mediche. Dalle associazioni. Dalla solidarietà possibile di chi vive nello stesso Paese che li sta espellendo", continua. Poi, la conclusione: "Non rendiamoci complici con il nostro silenzio. Non accettiamo. Protestiamo. In nome dell’umanità, in nome dell'eguaglianza. No ai CPR. Né in Albania, né in Italia, né altrove".

Insomma, il messaggio è chiaro. Porti aperti per continuare a garantire a chi varca illegalmente i confini nazionali ciò che l'Italia può "ancora offrire". La voce di Ilaria Salis non è l'unica che si è fatta sentire. Anche l'europarlamentare Pd Cecilia Strada si è unita alla protesta, facendosi trovare sul molo di Shengjin.

Tanti i commenti positivi da parte dei followers della Salis, anche se vi sono alcuni che non la vedono proprio nello stesso modo.

"Basterebbe entrare regolarmente e con i documenti, dimostrare di potersi mantenere in Italia e al primo reato reimpatriare. Come avviene da anni nella meravigliosa Australia. Entra solo chi vuole lavorare", fa notare un utente. "Lei ha uno strano concetto di 'reato'...", commenta un altro.

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