Pensionati in piazza contro la legge stabilità

Cgil, Cisl e Uil si sono dati appuntamento in piazza del Pantheon a Roma per chiedere al governo di cambiare la legge di stabilità

Pensionati in piazza contro la legge stabilità

“No alla legge di stabilità. Le pensioni non si toccano”. Sono in pochi a piazza del Pantheon a Roma ma lo gridano con forza, preoccupati per i loro redditi. Sono i pensionati di Cgil, Cisl e Uil che si sono dati appuntamento nella Capitale per chiedere al Governo di cambiare la legge di stabilità.

“La legge di stabilità - ha detto il segretario generale dello Spi Cgil, Carla Cantone, intervenendo al presidio organizzato insieme a Fnp Cisl e Uilp Uil in piazza del Pantheon - deve essere profondamente cambiata a partire dalla rivalutazione delle pensioni. Ci danno tutti ragione ma nessuno finora ha fatto niente”. Secondo la Cantone ci sono degli emendamenti che vanno nella direzione “auspicata”. “Noi chiediamo pertanto a tutti i parlamentari – ha continuato il segretario generale Spi Cgil - un atto di coraggio: sosteneteli. Noi non ci fermeremo fino a che non avremo risposte. Chi dice che con la nostra pensione rubiamo il futuro ai giovani si deve vergognare. A noi nessuno ci ha regalato niente e i contributi li abbiamo pagati uno dietro l’altro con il nostro lavoro. Chiediamo rispetto per una generazione che ha fatto grande questo Paese”.

“I pensionati dovrebbero starci tutti giorni in piazza – afferma un ex metalmeccanico in pensione – perché è uno scandalo che il Governo giochi sulla pelle dei pensionati”. “A me non ha regalato niente nessuno – aggiunge un’artigiana in pensione – io mi svegliavo ogni giorno alle 4 del mattino e ora questo trattamento. Noi italiani sappiamo tirare la cinghia ma è ora che comincino anche loro, quelli che le pensioni le hanno d’oro”.

“Io – aggiunge un altro artigiano

presente al presidio – posso considerarmi tra i fortunati perché prendo 1400 euro di pensione ma se considera che pago 600 euro di affitto e mantengo mia moglie casalinga e due figli disoccupati faccia un po’ lei i conti.”

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