Polemiche all'intero del governo sul tema del superbonus. Il motivo di dissenso tra il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, e quello degli Esteri, Antonio Tajani riguarda la la decisione del Mef di volere spalmare i crediti su dieci anni anziché su quattro. "È stata una decisione individuale di Giorgetti, non siamo stati consultarti", ha detto in serata il leader di Forza Italia. Frase alla quale era arrivata la netta presa di posizione dell'esponente leghista dell'esecutivo presieduto da Giorgia Meloni: "Io ho una responsabilità e difendo gli interessi dell'Italia come ministro delle finanze. Chiaro?".
La polemica tra i due ministri
Nella mattinata di oggi, durante il Family business forum in corso a Lecco, il titolare del dicastero della Farnesina aveva del resto già espresso dei dubbi su quanto il governo sta facendo in relazione alla super agevolazione tanto contestata. "Si sta discutendo dell'ultima parte del superbonus", aveva detto Tajani, "ma ho qualche perplessità sulla retroattività dell'ultima proposta del ministro Giorgetti. Come Forza Italia, vogliamo ascoltare le imprese e le banche per capire se si deve intervenire in Parlamento e fare delle proposte. La parte di retroattività non mi convince: forse dieci anni sono troppi", aveva concluso.
Tuttavia proprio su questo punto il ministro Giorgetti era già stato categorico un paio di giorni fa, quando aveva chiaramente chiuso a tutti gli emendamenti presentati da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Lega, Forza Italia, Alleanza Verdi-Sinistra e Italia Viva: "Non ci sarà spazio a nuove deroghe sul superbonus nel decreto all'esame del Senato", aveva assicurato l'ex ministro dello Sviluppo economico, per poi aggiungere in maniera lapidaria: "Il governo si assume la responsabilità di presentare il suo emendamento. Gli emendamenti parlamentari non saranno presi in considerazione".
Retroattività “limitata” del superbonus
Estensione ad altri territori che hanno subito sismi o alluvioni la possibilità della cessione del credito con un tetto, il terzo settore con un tetto di spesa, la rateizzazione in dieci anni che riguarderà l'anno finanziario 2024 e una parte sulla remissione in bonis per pratiche che hanno avuto errori sostanziali ma di carattere materiale (come errori di trasmissione o di compilazione) che non hanno incidenza sulla spesa. È su questi quattro punti che si concentrerà l'emendamento del governo al decreto superbonus atteso a breve in commissione al Senato. Il senatore di Fratelli d'Italia Giorgio Salvitti, relatore del provvedimento, ha detto che "verrà inserito anche un provvedimento che il lavoro di commissione ha portato avanti per rendere i Comuni protagonisti anche nel controllo di eventuali frodi con un ristoro intorno al 50% di quanto individuato".
L'obbligo di spalmare i crediti del superbonus su dieci anni riguarderà dunque solo le spese sostenute nel 2024.
Una retroattività "limitata", come ha provato a rassicurare il governo dopo l'allarme lanciato da banche, imprese e costruttori di fronte alla nuova stretta per limitare l'impatto della valanga della misura sui conti pubblici, a partire dal debito. Ma la precisazione non attenua le preoccupazioni e anzi si amplia il fronte dei contrari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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