"Nessun video a scopo investigativo". Il Viminale smonta le bugie sull'Apostolico

Piantedosi annuncia: "Impugneremo i nuovi provvedimenti della Apostolico". E Molteni sul video: "Non è statoestrapolato da atti sulla manifestazione"

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi
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Il caso Apostolico continua a tenere banco, a più di due settimane dalla prima sentenza emessa dalla giudice di Catania di mancata convalida del trattenimento di tre migranti tunisini, insieme alle successive polemiche per i video che la immortalarono alla manifestazione del 25 agosto 2018 nel comune etneo per far scendere gli immigrati rimasti sulla nave Diciotti. In occasione del Question Time tenuto questo pomeriggio in Commissione Affari costituzionali alla Camera dei Deputati il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha fornito - tramite l'intervento del sottosegretario Molteni - la versione ufficiale del Viminale riguardante ai filmati che hanno mostrato la magistrata Iolanda Apostolico al porto di Catania mentre protestava contro la decisione assunta da Matteo Salvini cinque anni fa.

Il testo dell'interrogazione a risposta immediata presentata dal capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in Commissione Affari Costituzionali della Camere, Filiberto Zaratti, recitava: "Esistono apparati dello Stato che producono e conservano durante manifestazioni pubbliche video non ufficiali, se le riprese effettuate, laddove non utili per documentare atti illeciti, vengano distrutte, ovvero per quale fine verrebbero conservate e come siano finite in possesso del Ministro Salvini?". Il ministro Piantedosi non è potuto essere presente di persona perché impegnato a Cagliari al Comitato di sicurezza pubblica. Il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni ha così escluso che "il materiale sia stato estrapolato dalla documentazione relativa ai servizi di ordine pubblico disposti per la manifestazione in argomento". Il sottosegretario ha anche chiarito che "le immagini video raccolte dalla Polizia di Stato non sono sottoposte a elaborazioni informatiche a fini investigativi".

Questo viene stabilito dal d.p.R. 15 gennaio 2018, n. 15, recante l'individuazione delle modalità di attuazione dei principi del codice in materia di protezione dei dati personali relativamente al trattamento dei dati effettuati per finalità di polizia, da organi uffici e comandi di polizia. "Tale regolamento - spiega il sottosegretario - prevede tempi di conservazione e di cancellazione diversi per tipologie di atti, introducendo facoltà di prolungamento dei termini stabiliti per specifiche finalità connesse all'attività preventiva o repressiva relativa a delitti di particolare gravità". Vengono così smentite tutte quelle assurde ipotesi di "dossieraggio" e "schedatura" delle persone che partecipano alle manifestazioni pubbliche.

Nello specifico, poi, "il 6 ottobre un militare ha detto di aver fatto le riprese e di aver diffuso quel video. Sempre secondo quanto riferito dal Comando generale dell'Arma, il militare ha poi ritrattato queste affermazioni e sono in corso valutazioni della rilevanza disciplinare", ha concluso Molteni.

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