"Sono un soldato". Arianna Meloni non chiude la porta per le Europee

Arianna Meloni ribadisce il suo "no" alla candidatura nelle liste di FdI per le Europee ma si mette a disposizione del partito: "Non si può mai sapere nella vita se sei chiamato a fare altro"

"Sono un soldato". Arianna Meloni non chiude la porta per le Europee
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Fratelli d'Italia non ha ancora sciolto le riserve per le liste delle prossime elezioni europee e questo è anche uno dei temi che si rincorrono durante il congresso in corso a Roma. Tra i nomi che rimbalzano con maggiore frequenza c'è, inevitabilmente, quello di Arianna Meloni. Responsabile del tesseramento e della segreteria politica di FdI, da sempre lavora dietro le quinte del partito di Giorgia Meloni e non ha mai espresso la volontà di passare in prima linea, nonostante molto spesso il suo nome sia stato associato a questa o quella lista.

E anche ora che in molti danno per certo il suo coinvolgimento, con l'inserimento del nome nell'elenco dei candidati di Fratelli d'Italia per la rappresentanza nel parlamento europeo, lei da parte sua si sfila ma si dichiara comunque a disposizione del partito, in caso di necessità. "Io dico Arianna no, vi assicuro non mi appartiene. Preferisco stare dietro le quinte, occuparmi dell'organizzazione, del partito, sento che in questo ruolo riesco a mantenere più lucidità, mi piace quello che faccio", ha dichiarato ai microfoni dei giornalisti a margine del congresso, rivendicando per sè un ruolo defilato, ma cruciale, per l'organizzazione del partito. "È ovvio che io sono un soldato, quindi non si può mai sapere nella vita se sei chiamato a fare altro", ha però chiosato, continuando a mettersi a completa disposizione di Fratelli d'Italia, per coprire qualunque casella le venga chiesto.

E proprio parlando delle liste, Arianna Meloni respinge l'idea di affidarsi alle "quote rosa" per la compilazione, affidandosi piuttosto al principio della meritocrazia. "Noi abbiamo più fatto che raccontato, il Pd è quello delle acclamazioni, noi abbiamo il presidente del Consiglio donna. A casa nostra la gente che lavora e che è brava non è che deve essere donna o uomo o varie ed eventuali. Chi è bravo e lavora avrà dei ruoli meritevoli", spiega ancora la sorella del premier. Un concetto molto più vicino all'idea di uguaglianza e parità dei sessi rispetto a quello delle "quote rosa", che hanno come principio quello di includere una donna in determinati ruoli solo in quanto tale.

"Quelli bravi staranno magari in una situazione migliore rispetto a uno meno capace o che, comunque, ha lavorato meno. Tutto qua, è una questione di merito", ha ribadito spiegando la logica alla base delle liste del Pd per l'Europa.

E in merito alla presenza del premier come capolista, Arianna Meloni resta vaga: "Giorgia non ha sciolto la riserva e quindi quello poi lo deciderà lei. Sta facendo le sue valutazioni, vediamo. Se anche dovesse optare per il no... Io per me sono orientata al no".

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