Lavitola dai pm inguaia De Gregorio: "Mi disse di scaricare tutto su Silvio"

Il processo sulla presunta compravendita di senatori resterà a Napoli: nelle prossime udienze verrà ascoltato anche l'ex premier

L'ex senatore Sergio De Gregorio
L'ex senatore Sergio De Gregorio

Roma - Mentre uno dei pm napoletani del processo per la compravendita di senatori viene promosso dal Csm, in aula Valter Lavitola rivela il furbo ed esplicito suggerimento ricevuto dall'allora senatore Sergio De Gregorio: «Mi ha invitato a fare come lui: “Patteggia, metti nei guai Berlusconi e così uscirai da tutti i procedimenti”».
I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Napoli ascoltano le dichiarazioni spontanee dell'ex direttore dell'Avanti, imputato assieme con l'ex premier per la corruzione di De Gregorio, convinto secondo l'accusa con tre milioni di euro a passare dall'Italia dei Valori al centrodestra contribuendo così nel 2006 alla caduta del governo Prodi. Nelle stesse ore il plenum del Csm decide di nominare procuratore aggiunto a Napoli Vincenzo Piscitelli, uno dei sostituti che ha indagato con Henry John Woodcock per incastrare il Cavaliere.

I giudici hanno deciso che il processo rimarrà a Napoli. È stata rigettata, infatti, la richiesta dei legali dell'ex premier di trasferirlo a Roma perché lì sarebbe avvenuta la presunta corruzione. In una delle prossime udienze sarà ascoltato anche Berlusconi. Ammessi la maggior parte dei testimoni di accusa e difesa, tra cui esponenti politici dei diversi schieramenti. I pm hanno rinunciato, invece, a sentire l'avvocato Niccolò Ghedini, che potrà così continuare a difendere il Cavaliere.

Dopo aver rivelato il consiglio ricevuto dall'ex senatore, Lavitola lancia una provocazione ai giudici: «De Gregorio non ha fatto neanche un giorno di carcere, io sono dentro da quasi due anni. A questo punto sono pronto a collaborare con la Procura, posso essere io il primo testimone: dirò qualsiasi cosa i pm ritengano opportuno perché mi liberino». Poi spiega perché, a suo dire, l'ipotesi che il Cavaliere abbia corrotto per i cambi di casacca non regge: «Ma qualcuno veramente crede che se Berlusconi avesse pagato anche solo cinquantamila euro a qualche senatore per il cambio di partito non ci sarebbe stata la folla a Palazzo Grazioli? Avrebbero dovuto mettere i ticket». Certe dinamiche, del resto, in politica non sarebbero inedite: «C'era una task force per reclutare parlamentari e far cadere il governo Prodi esattamente com'è accaduto in tempi più recenti con Monti». Anche l'ex senatore dell'Idv Nello Formisano viene tirato in ballo dall'ex direttore dell'Avanti: «Formisano mi disse che De Gregorio non gli stava più simpatico e per questo non voleva più parlare con me ma con il sentore Comicioli, questore della Camera, amico di Berlusconi e testa di ponte al quale rivolgersi per avvicinarsi al centrodestra. Lo incontrai a Roma, in un bar, c'erano anche due testimoni.

Mi disse: “Mi sono preso una mancetta da cinquantamila euro e me la spenderò per tentare di ottenere molto più dal governo”». Formisano, già ascoltato dagli inquirenti, si è detto a completa disposizione dei magistrati per qualsiasi chiarimento.

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