Il Comitato di Redazione: "Pronti a mobilitarci contro questa inciviltà"

Oggi la Corte di Cassazione decide se arrestare o no un giornalista, il nostro direttore Alessandro Sallusti, per un articolo pubblicato su Libero che egli non ha scritto e per il quale gli è stata attribuita addirittura un'assurda «pericolosità sociale». Il Giornale, il cui fondatore Indro Montanelli fu ferito dai terroristi per aver manifestato con fermezza le proprie idee controcorrente, è da sempre in prima linea nel difendere la libertà di espressione e di stampa. Il Comitato di redazione del Giornale auspica che la Cassazione faccia davvero giustizia evitando il carcere a Sallusti. L'Italia è l'unico Paese occidentale che prevede la reclusione per punire i reati di opinione: è un'infamia contro la quale il Giornale si batte solitario da anni nel silenzio pressoché totale di chi siede in Parlamento, ai quali compete di modificare una normativa illiberale. In questi giorni si è vista una partecipazione grande e unanime a favore di Sallusti, a cominciare dall'attenzione manifestata dal presidente Napolitano per la vicenda.

A tale solidarietà, tuttavia, non sono ancora seguite azioni concrete in Parlamento: noi del Giornale chiediamo che governo, deputati e senatori si facciano carico in tempi rapidissimi di cancellare il carcere per i reati di opinione e regolamentare in modo nuovo il rapporto tra libertà di stampa e tutela di chi si reputa diffamato, con particolare riguardo al caso in cui la querela per diffamazione sia presentata da un magistrato.

Il Cdr e tutta la redazione sono compatti a fianco del direttore e della sua coraggiosa battaglia per la libertà personale e intellettuale, e sono pronti alla mobilitazione se la Cassazione confermerà questa sentenza d'inciviltà giuridica.

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