"Pronti alla mobilitazione". Landini chiude a Meloni e annuncia già lo sciopero

Maurizio Landini rifiuta la mano tesa di Giorgia Meloni per una collaborazione e in nome dell'ideologia annuncia già nuove mobilitazioni contro il governo

"Pronti alla mobilitazione". Landini chiude a Meloni e annuncia già lo sciopero

A 24 ore di distanza dall'intervento di Giorgia Meloni al congresso della Cgil, Maurizio Landini è intervenuto alla chiusura dei lavori, sconfessando quell'idea di sindacato "non di opposizione" e criticando il presidente del Consiglio per gli argomenti esposti davanti alla platea rossa. Meloni è stata il primo premier che dopo 27 anni ha accettato l'invito al congresso, dove ha esposto con chiarezza la linea del governo, offrendo la massima disponibilità alla collaborazione sui temi coincidenti con il sindacato.

Landini, nel suo intervento, ha ribattuto al premier sulla fonte di creazione di ricchezza, perché, a suo dire, "la produce chi lavora". Se "si nega questo elemento e si dice che la ricchezza la produce l'impresa o la finanza diventiamo tutti solo consumatori", ha proseguito il segretario. "La ricchezza prodotta da chi lavora deve essere redistribuita a quelli che l'hanno prodotta", ha aggiunto. Al premier che ha voluto celebrare alla Cgil il giorno dell'Unità nazionale, togliendolo da qualunque significato politico, Landini ha replicato ribattendo sull'autonomia differenziata: "C'è una contraddizione: come si fa a votare l'autonomia differenziata e poi venire qui e parlare di unità nazionale". Con i soliti slogan, il segretario ha accusato il governo Meloni di voler attaccare la Costituzione con il progetto sulle autonomie.

La minaccia di sciopero nonostante la collaborazione

Nonostante le aperture del premier, nonostante l'invito a una collaborazione, per le solite logiche ideologiche che mal si sposano con la volontà di fare del bene al Paese, Landini ha annunciato nuovi scioperi in protesta con il governo. "C'è una diversità molto profonda, molto consistente. Per tutto il sindacato italiano non c'è possibilità di discussione, bisogna avviare una mobilitazione che non esclude alcuno strumento, compreso se necessario lo sciopero. Lo vogliamo fare insieme a Cisl e Uil", dice Landini, chiudendo qualunque porta all'interlocuzione, anche sulla delega fiscale, chiesta dal presidente del Consiglio, dimostrando, quindi, che l'invito alla Cgil non era una vera richiesta di confronto.

Landini ricorda solo quello che vuole ricordare

E pur apprezzando la condanna netta e decisa di Giorgia Meloni all'assalto alla Cgil di ottobre 2021, Maurizio Landini chiede di più: "Tra il dire e il fare, se lo si vuole condannare, si applichi la Costituzione. Questo parlamento faccia quello che deve fare, si sciolgano le forze che si richiamano al fascismo: un atto di questo genere parlerebbe molto di più di tante dichiarazioni.

Si rimetta al centro la Costituzione". Peccato che le stesse rimostranze non vengano fatte ai "compagni" per lo scioglimento degli estremismi di sinistra, che non vengono nemmeno condannati con la stessa forza dalle compagini democratiche.

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