"Provoca nausea e disgusto". Il prof Orsini non si tiene e insulta (ancora) Meloni

Oltre a definire la premier una "criminale politica" il docente passa direttamente all'insulto sul piano personale: "Meloni? Provoca nausea e disgusto"

"Provoca nausea e disgusto". Il prof Orsini non si tiene e insulta (ancora) Meloni
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Saltati gli ultimi freni inibitori a disposizione, Alessandro Orsini, in un mix tra accuse pesanti e insulti personali, interpella ancora una volta la premier Giorgia Meloni e il suo governo. Il motivo è duplice. Di primo acchito Orsini spiega, senza timore, che la presidente del consiglio “provoca nausea e disgusto”. Poi, a stretto giro, torna a definire la leader di Fratelli d’Italia una “criminale politica” complice del genocidio del popolo palestinese.

Il quadro è tanto cupo quanto surreale. L’insulto gratuito è diventato ormai il marchio di fabbrica del docente esperto di relazioni internazionali. “Giorgia Meloni provoca nausea e disgusto, esordisce il prof sul proprio profilo X. Poi torna all’attacco della premier: “Preso dagli impegni accademici, mi scuso per l'assenza sul tema. Presto tornerò a documentare che Giorgia Meloni è una criminale politica coinvolta nel genocidio del popolo palestinese”.

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. A ben vedere, infatti, non è la prima volta che l’editorialista del Fatto Quotidiano si esprime con queste parole nei confronti dell’esecutivo italiano. A finire nel mirino di Orsini, sempre con l’etichetta di “criminale politico”, oltre alla Meloni era stato anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Entrambi colpevoli, sempre secondo la logica orsiniana, di avere "le mani sporche del sangue dei bambini palestinesi".

Insomma, la stessa sinfonia usata per vergare l’ultima crociata social. “È una vergogna assoluta che i cosiddetti 'media dominanti' non spieghino che la posizione ufficiale - dico ufficiale - di Giorgia Meloni è di appoggio incondizionato a Netanyahu nel bombardamento di Gaza. Secondo Giorgia Meloni - continua Orsini - Netanyahu deve essere lasciato libero di bombardare Gaza per tutto il tempo che riterrà necessario”. Il motivo è presto detto: "Giorgia Meloni, Il 28 ottobre 2023, quando il sangue dei bambini palestinesi arrivava già fino alle ginocchia, si è rifiutata di votare in favore di una tregua umanitaria all’Onu per interrompere lo sterminio dei palestinesi a Gaza. In quell’occasione, Meloni ha dichiarato, per bocca dell’ambasciatore italiano all’Onu: 'Sempre solidali con Israele'”.

Un film già visto, nel quale oltre ai crimini di Israele, sul banco degli imputati finiscono i presunti complici occidentali del governo israeliano.

“Giorgia Meloni non ha mai condannato Israele per i suo crimini contro l'umanità a Gaza”, conclude Orsini. L’ennesimo tentativo di speculare sul conflitto mediorientale e, contemporaneamente, assestare un colpo all’immagine del governo di centrodestra italiano.

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