Quando l'orrore della guerra macchia anche chi sta dalla parte del giusto

Tragedie e vittime civili segnano da sempre qualunque conflitto. E le azioni dei "liberatori" non sono esenti da violenze estreme

Quando l'orrore della guerra macchia anche chi sta dalla parte del giusto
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Errori umani e cinica disinvoltura, due componenti comuni di qualunque guerra. Anche quando si è dalla parte del giusto, anche quando dall'altra parte c'è un nemico spietato responsabile della tragedia della soluzione finale. Anche a stare dalla parte della civiltà contro la barbarie si rischia sempre e comunque di colpire chi non c'entra di dover venire a patti con la propria coscienza. Che poi resterà macchiata di sangue a prescindere. È quello che succede il 20 ottobre 1944. Trentasei bombardieri B-24 Liberator decollano dall'aeroporto di Castelluccio dei Sauri (Foggia). Dovrebbero distruggere gli stabilimenti della Breda di Sesto San Giovanni. Non sono gli unici diretti verso la città quel giorno. Altri bombardieri puntano gli stabilimenti Isotta Fraschini e quelli dell'Alfa Romeo. Sono fabbriche che alimentano lo sforzo bellico della Germania nazista e della piccola e succube Repubblica di Salò. Bersagli legittimi. L'attacco verso la Breda è in due ondate, per sfuggire alla contraerea. La prima ondata a causa di un cortocircuito ai comandi di lancio del capostormo lancia tutte le bombe in aperta campagna. La seconda ondata sbaglia proprio rotta, vira di venti gradi a sinistra invece che a destra. Bersaglio del tutto mancato. I bombardieri però non possono tornare all'aeroporto di partenza con il loro carico di bombe innescate, atterrare è troppo pericoloso. Certo potrebbero scaricare le bombe lontano o in mare. A comandare i bombardieri è il colonnello James B. Knapp. Alto, magro, quasi segaligno, capelli biondi, faccia da bambino, ha tante missioni alle spalle, missioni in cui si muore di caccia e di contraerea, è un colonnello ragazzino. Non ci pensa nemmeno a volare, nemmeno un minuto di più, con tutto quell'esplosivo nella pancia. Ordina di sganciare anche se sotto si scorgono chiaramente le case, i quartieri brulicanti di civili. Sotto c'è Gorla, sotto c'è la scuola elementare Francesco Crispi. L'allarme è suonato alle 11 e 14, ma molti bambini stanno ancora scendendo verso i rifugi. Una bomba centra in pieno la tromba delle scale dove le maestre urlano «giù presto, presto!». L'esplosione è devastante, il risultato potete vederlo, nella foto di questa pagina.

Si scava per tre giorni a mani nude. Dalle macerie emergono 184 bambini, 14 insegnanti, la direttrice della scuola, 4 bidelli e un'assistente sanitaria. In totale le perdite civili per quello che il gergo militare definirebbe un «Target of opportunity» e il buon senso un attacco che è un crimine contro l'umanità furono seicentoquattordici.

L'orrore è evidente, palese, non necessita di spiegazione.

È uno dei tanti delle guerre contemporanee. Vanno messi nel conto anche quando ci si proclama dei liberatori. Knapp non fu mai messo sotto processo per aver sganciato scientemente su dei civili di un Paese che per quanto spaccato in due era cobelligerante. Poteva essere messo sotto processo?

Guardiamo la vicenda con un'ottica più larga. Qualcuno si è posto il dubbio di come giustificare le migliaia di francesi morti durante i bombardamenti che ammorbidirono la Normandia per favorire il D-day? Le bombe intelligenti non c'erano. Su Dresda le bombe che incenerirono la città non vennero sganciate per sbaglio o come seconda scelta, lo racconta bene un saggio terribile di Sinclair Mckay (Il fuoco e l'oscurità. Dresda 1945). Gli alleati scelsero scientemente di distruggere la città per creare confusione e piegare il morale dei civili. Tutto fu studiato per abbattere le pareti tagliafuoco, creare l'effetto camino che incenerisse i civili, compresi quelli che cercarono salvezza nel fiume. Prendevano di nuovo fuoco per il fosforo ogni volta che cercavano di uscire dall'acqua. I morti sono stimati, non è facile contare quando parte della popolazione è diventata cenere. Si pensa siano stati 40mila.

Quando poi al Processo di Tokyo vennero processati per crimini di guerra gli ufficiali giapponesi (che avevano compiuto indubbie atrocità contro il diritto) ci fu un giudice indiano che obbiettò che era ben strano processare questi signori senza processare anche chi aveva autorizzato il lancio di due bombe atomiche sui civili giapponesi.

La guerra è così c'è sempre quella parola collaterale che può essere usata nel modo più spregevole.

Anche quando si ha ragione, anche quando i cattivi stanno dall'altra parte. E anche nelle guerre di oggi dall'Ucraina al Medioriente il problema è tutt'altro che risolto. E può portare a scavare a mani nude corpi di bambini.

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