Certamente non lo vedremo in fila alla Posta, con il biglietto del numero in mano, scrutando guardingo oltre le vetrate per prevenire l'attacco di qualche scippatore. Certamente non avrà problemi di affitto, di bollette e di spesa grossa del sabato all'Esselunga. Il pensionato Joseph Ratzinger, Papa a riposo, avrà sicuramente un tramonto della vita meno problematico di quello che tocca alla media dei suoi coetanei, ormai chiamati a dare il meglio di sé, in termini di tenacia, di sopportazione e di fantasia proprio negli anni della grande stanchezza.
Eppure anche l'amato Benedetto Sedici lascia i suoi uffici in un'atmosfera di riconoscibile umanità: prenderà 2.500 euro di pensione al mese. Che significato dare a questa cifra da impiegato bancario? Per i mangiapreti in servizio permanente, che a qualunque tonaca non perdonano neppure di respirare, il gruzzolo apparirà comunque eccessivo, ricordando il messaggio evangelico - per sentito dire - sulla povertà e sulla spogliazione da qualunque vanità umana. Sono quelli che vorrebbero il Papa senza anelli e senza scarpe lucide, senza cupole e senza cappelle sistine. Quelli che in fondo non vorrebbero neppure il Papa.
Ma al netto del pauperismo oltranzista, questa pensione da ceto medio impiegatizio fa soltanto una sincera tenerezza. Burocraticamente, è un vitalizio da «vescovo emerito». Simbolicamente, è cifra che riconcilia con l'umanità e la semplicità di una figura somma e inarrivabile. Come pensione farebbe felici i tre quarti degli anziani Inps, ma contestualizzata nella solennità e nella potenza del ruolo induce ai più solidali pensieri. È difficile spiegare certe sensazioni, ma sicuramente susciterebbe tutto un altro sentimento apprendere che un Papa se ne va in pensione con un assegno di cinquantamila euro mensili, o giù di lì. Senza cadere nel grillismo spinto, è consolante invece scoprire che l'uomo più influente del cielo e della terra, sulle cui spalle hanno gravato un peso e uno stress inimmaginabili, alla fine si ritiri senza un carretto di ricche buonuscite, più incentivi, più Tfr, più premi produttività, più pensione d'oro. In altre parole con il carico insopportabile di ingiustizie retributive cui siamo abituati in ben altri pensionamenti, dai consigli di amministrazione di banche ed enti pubblici, spesso appannaggio di brava gente che si lascia dietro solo danni ingenti e disastri aziendali.
Per l'uomo che è, per il Papa che abbiamo conosciuto, 2.500 euro sicuramente bastano e avanzano.
Per l'idea che ci siamo fatti di lui, gli saranno sufficienti un inginocchiatoio, un libro e un crocefisso. Impossibile del resto calcolare la pensione veramente giusta che si è meritato negli anni. Come minimo, non gli si può negare di aver svolto un lavoro usurante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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